Mentre in Italia ci lamentiamo per il caldo, sudando anche solo a pensare, dall’altra parte del mondo c’è chi sogna una granita… ma solo per scaldarsi le mani! Sì, perché in Sudamerica, in queste settimane di luglio 2025, si sta vivendo un inverno talmente rigido da far sembrare la nostra aria condizionata una tiepida brezza primaverile.
In Argentina, il freddo ha raggiunto livelli da record: nella Patagonia, a Esquel, il termometro è sceso fino a -17,2°C, e nella provincia di Río Negro si sono toccati valori ancora più bassi, sotto i -20°C. Anche Buenos Aires, famosa per i suoi inverni miti, ha visto la colonnina di mercurio fermarsi a -1,9°C, la temperatura più bassa registrata dal 1991. Il Cile non è stato da meno: città come Chillán e Puerto Montt hanno vissuto notti gelide, rispettivamente con -9,3°C e -8,1°C, mentre perfino il deserto di Atacama, uno dei luoghi più aridi del pianeta, si è ricoperto di neve, evento che non si vedeva da dieci anni. In Uruguay, Montevideo ha segnato la massima più bassa dal 1967, appena 5,8°C.
Il freddo non si è limitato alle temperature: la neve è arrivata persino sulle spiagge di Miramar, vicino a Mar del Plata, regalando scenari surreali a chi si aspettava solo sabbia e onde. Le immagini di sdraio e ombrelloni sommersi dalla neve hanno fatto il giro dei social, mentre i trasporti sono andati in tilt e le reti elettriche sono state messe a dura prova. Eppure, mentre in Europa si contano i giorni sopra i 40 gradi e i titoli dei giornali urlano “Caldo record!”, in Sudamerica si vive un inverno da brividi che, chissà come mai, passa quasi inosservato sui nostri media. Forse perché il freddo, si sa, non fa audience come il grande caldo? O magari perché nessuno vuole ammettere che, mentre noi cerchiamo refrigerio nei supermercati, a Buenos Aires si sogna una coperta in più.
L’ondata di gelo ha avuto effetti pesanti: si contano almeno quindici vittime tra Argentina, Uruguay e Cile, soprattutto tra le persone senza fissa dimora, e si registra una crisi energetica con consumi di gas alle stelle. I raccolti invernali sono a rischio e molte scuole sono state chiuse per precauzione. Insomma, mentre noi ci lamentiamo del caldo, c’è chi, a luglio, si sveglia con i vetri ghiacciati e la spiaggia sotto la neve. Magari, tra una lamentela e l’altra, possiamo concederci un sorriso pensando che il mondo, a volte, sa essere davvero capovolto. E che il grande freddo, almeno per qualche settimana, ha rubato la scena al grande caldo.
Stefano Molinari ne ha parlato a ‘Lavori in Corso’ con il meteorologo Mario Giuliacci.
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