Parliamoci chiaro, qui a Roma Tiago Pinto è stato massacrato ingiustamente dalla stampa: perché lo stesso non vale per Florent Ghisolfi? Il francese dal suo arrivo non ha azzeccato praticamente nessuna delle scelte che ha fatto, sul mercato e non. Eppure, né la piazza né la famigerata stampa romana hanno ancora azionato la gogna mediatica che ha colpito il DG portoghese.
Lo stesso che ha portato Dybala e Svilar a 0. Lo stesso che ha avuto l’ardire di prendere in prestito un giocatore “scarsissimo” come Huijsen (ora al Real Madrid); che ha preso Angeliño per soli 5 milioni di euro. O quello che ha ottenuto grandi plusvalenze con profili come Felix o Tahirovic (senza parlare dei 30 milioni per Ibañez).
Un professionista che a dato un grandissimo contributo alla causa. E che forse, molto più semplicemente, ha avuto solo la sfortuna di essere preso di mira da José Mourinho e i suoi adepti.
Quante volte è stato messo alla berlina più o meno direttamente dal Vate di Setubal? Eppure, tante delle sue decisioni si sono rivelate vincenti. E anche quando i suoi acquisti hanno avuto un esito meno fortunato (vedi Renato Sanches), il grande Special One ha sempre avallato e gradito le proposte di Pinto.
Ma si sa, Roma è la città dei doppi standard: una volta che ti si appiccica un’etichetta, non te la levi più. Tuttavia, l’immunità di cui gode Ghisolfi, alla luce dei suoi fallimenti, resta comunque un qualcosa di clamoroso e profondamente ingiusto.
Partiamo dall’inizio. Il primo acquisto del DS ex Nizza e Lens è stato il centrocampista Enzo Le Fée, arrivato dal Rennes per la modica cifra di 23 milioni. Prima di essere spedito in prestito in Championship al Sunderland (accendendo un cero affinché gli inglesi lo riscattassero spendendo gli stessi soldi con cui l’ha portato a Trigoria), il francese ha collezionato ben 10 presenze fra tutte le competizioni (460 minuti effettivi di gioco). Un affare vero?
E come non pensare al caso di Samuel Dahl? Oggetto misterioso fino a gennaio, per poi trasformarsi (anche qui dopo un prestito) in uno dei pilastri del Benfica. Quante volte calciatori acquistati solo in estate sono stati poi ceduti a titolo temporaneo, dopo neanche 6 mesi? Forse mai. E c’è un modo più lampante per ammettere un fallimento? Probabilmente no.
Anche perché, se si considerano anche gli arrivi “illuminanti” di Hermoso e soprattutto Hummels a fine mercato, il quadro diventa ancora più preoccupante.
Ma escludendo ovviamente ogni tipo di dietrologia scorretta su un qualunque tipo di malafede, è inevitabile constatare quella che è un’incompetenza che non credo che la Roma possa davvero permettersi. Basti vedere le gestioni grottesche delle situazioni contrattuali di calciatori come Pellegrini, Zalewski e non ultimo Mile Svilar: il portiere più forte del campionato.
È una notizia certa: il procuratore della saracinesca serba-belga, Ghisolfi, non lo vuole più vedere nemmeno col binocolo. E se, da quello che filtra, Svilar dovesse davvero prolungare il suo rapporto con la Roma, sarà solo e unicamente per merito di Claudio Ranieri, che ha convinto definitivamente la società a premiare degnamente il giocatore, oltre che rasserenare nettamente il clima di schermaglia creatosi fra l’entourage e il Club.
Eppure, a distanza di tempo, Pinto continua a essere ancora “lo scemo del villaggio”. Mentre su Ghisolfi, continua a non volare una mosca…
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