Sarebbe bastato un pareggio per chiudere prima nel girone G di questo Mondiale per Club negli USA, ma la Juventus è stata letteralmente spazzata via dal Manchester City in un 5-2 che pesa come un macigno. Il punteggio, già severo di per sé, sarebbe potuto essere persino peggiore senza almeno tre parate decisive di Di Gregorio, uno dei pochissimi a salvarsi da questo naufragio.
La squadra di Igor Tudor ha subito dal primo minuto la qualità, l’intensità e la profondità della formazione di Pep Guardiola, che ha chiuso a punteggio pieno nel girone e ora affronterà un ottavo di finale molto più abbordabile. Per la Juve, invece, ci sarà il Real Madrid.
“È stato un autentico ciclone, il City. La partita di ieri ha confermato una volta di più la grandezza della squadra di Guardiola”, ha evidenziato Xavier Jacobelli ai microfoni di Radio Radio Mattino – Sport e News.
Il problema principale, però, non è stato solo il City, ma la disastrosa prestazione della Juventus, a partire da una difesa colabrodo: “In ambito bianconero preoccupano soprattutto le distrazioni difensive. La retroguardia di Tudor è stata veramente un disastro”, sottolinea Jacobelli, che non risparmia critiche nemmeno all’attacco, “dove è emersa l’evanescenza di Nico González”.
Il turnover massiccio scelto da Tudor ha peggiorato le cose: “Se vai ad affrontare il City e ricorri a un turnover così pesante, complichi la situazione e quindi vai incontro a una sconfitta molto dura”.
La riflessione di Jacobelli si allarga poi al mercato: “È fondamentale intervenire sul mercato. Servono un grande difensore, un grande centrocampista, un grande attaccante. Non se ne esce”. La Juventus non può permettersi ulteriori errori, specialmente considerando le enormi cifre spese negli ultimi anni.
Secondo Transfermarkt, la Juve ha investito 234 milioni di euro solo nella scorsa stagione, ma pochi acquisti hanno reso davvero. “Purtroppo molti di questi giocatori non hanno reso secondo le aspettative”, afferma Jacobelli. Il riferimento va anche a Douglas Luiz e soprattutto a Nico González, “che ha giocato nettamente al di sotto rispetto a ciò che ha mostrato con la maglia della Fiorentina”.
Non è immune alle critiche nemmeno Koopmeiners, autore sì del momentaneo 1-1 a Manchester, ma per il resto “nettamente al di sotto delle aspettative per tutta la stagione”. L’olandese è costato 44,5 milioni di euro e ha fruttato all’Atalanta un bilancio attivo per il decimo anno consecutivo. Alla Juve, invece, è stato finora un investimento poco redditizio.
“Il problema è la qualità dei giocatori, qui sta il punto. Non si può dire che la Juventus non abbia speso, basti pensare ai 900 milioni di euro di aumenti di capitale effettuati dalla proprietà”, ricorda Jacobelli. Il nodo, quindi, non è il budget, ma la capacità di selezionare profili realmente funzionali al progetto tecnico.
Ora Tudor ha molto lavoro davanti: dovrà ricostruire una squadra sia sul piano tattico che mentale. La Champions League l’ha rispedita con forza alla realtà: senza interventi sul mercato, e senza idee di gioco, questa Juventus non può essere competitiva a certi livelli.
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