Donald Trump, presidente della civiltà del dollaro, ha lanciato un attacco contro l’Iran. Aveva promesso pace tra Iran e Israele e annunciato di prendersi due settimane per decidere. E invece, all’improvviso, gli Stati Uniti hanno colpito tre siti nucleari iraniani.
Trump, dopo aver assicurato tempi di riflessione e pace imminente, ha deciso improvvisamente di agire. L’attacco a tre siti nucleari iraniani è avvenuto nelle ultime ore, in modo vigliacco e senza alcun preavviso. Gli Stati Uniti, ancora una volta, si dimostrano protagonisti di un’aggressione unilaterale e spregiudicata, lontana da ogni pretesa di giustizia o legittimità internazionale.
Quello che si ostina a chiamarsi Occidente, o meglio Uccidente, si conferma come regno della propaganda, della menzogna e dell’imperialismo umanitario. Un imperialismo che si traveste da giustizia e libertà, ma si esprime con bombardamenti etici e missili democratici. Sul suo profilo Truth, Trump si vanta dell’efficacia dell’intervento, dichiarando che nessun altro esercito al mondo sarebbe stato capace di tanto. È la retorica della superiorità americana, spacciata per virtù globale.
Non c’è da stupirsi: la Russia che attacca l’Ucraina viene subito dipinta dalla cosiddetta comunità internazionale come un invasore da fermare. Gli Stati Uniti che attaccano l’Iran, al contrario, vengono esaltati come liberatori. È impossibile non vedere l’ipocrisia e la falsità di questa narrazione occidentale, costruita ad arte per giustificare l’imperialismo e criminalizzare i suoi avversari.
Molti avevano elogiato Trump come garante della pace, illudendosi che con lui non ci sarebbero state guerre. Eppure oggi questa narrazione si dissolve come neve al sole. Il vero obiettivo dell’imperialismo di Washington è la Cina, potenza mondiale ormai in grado di superare gli Stati Uniti. Con Biden si tentava di colpire la Cina passando dalla Russia; con Trump, si passa dall’Iran e dal Medio Oriente. Che sia Biden o Trump, il nemico resta l’imperialismo statunitense, con la sua ossessione per la giustizia infinita e la guerra umanitaria. È per questo che oggi più che mai dobbiamo sperare in una Cina e in una Russia forti, sovrane, militarmente attrezzate e unite, capaci di contenere il delirio di onnipotenza dell’impero americano e israeliano – ovvero, in una parola, Usraele.
Questo è il nodo essenziale del nostro tempo: decolonizzare l’immaginario e liberarsi dalla narrazione tossica secondo cui l’Occidente è il bene e tutto ciò che Occidente non è, è il male.
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