La terza notte di guerra tra Iran e Israele si è aperta con una nuova ondata di missili iraniani su Tel Aviv e Haifa, causando almeno 8 vittime e numerosi feriti. Nonostante il sistema di difesa israeliano abbia intercettato molti razzi, alcune esplosioni hanno colpito aree residenziali seminando paura tra la popolazione.
Mentre le tensioni si intensificano, Papa Francesco ha lanciato un appello urgente alla pace. Durante l’Angelus ha espresso profonda preoccupazione per l’escalation del conflitto e ha ammonito che “nessuno ha il diritto di minacciare l’esistenza altrui”. Ha invitato la comunità internazionale a impegnarsi affinché “israeliani e palestinesi possano vivere in due Stati, fianco a fianco, in sicurezza e serenità“.
Il governo iraniano ha rivendicato l’attacco definendolo una risposta ai raid israeliani che, secondo Teheran, avrebbero colpito anche un ospedale a Kermanshah, causando vittime civili. L’Iran ha inoltre riferito di aver abbattuto missili israeliani diretti al sito nucleare di Natanz. Il bilancio delle vittime si aggrava da entrambe le parti: oltre 220 morti e 1.200 feriti in Iran, 24 morti e quasi 600 feriti in Israele. Nelle ultime ore, come da sfondo droni iraniani sono stati avvistati sopra Cesarea, luogo dell’attuale residenza del Premier israeliano Netanyahu.
La comunità internazionale è spaccata sulla crisi tra Iran e Israele. La Russia si offre come mediatrice ma l’UE rifiuta, ritenendola non affidabile. La Turchia propone di facilitare un cessate il fuoco. Negli USA, Trump spinge per un accordo e propone Putin come mediatore, trovando però l’opposizione di Macron. Al G7 in Canada, i leader mondiali (inclusa Giorgia Meloni) cercano soluzioni per evitare un’ulteriore escalation.
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