Dopo gli attacchi iraniani di due giorni fa alla base americana di Doha, in Qatar, ieri è arrivata la notizia che nessuno si aspettava. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato verso la mezzanotte italiana un cessate il fuoco tra Israele e Iran. “È stato pienamente concordato tra Israele e Iran che ci sarà un CESSATE IL FUOCO completo e totale (tra circa 6 ore, quando Israele e Iran avranno concluso e completato le loro missioni finali in corso), per 12 ore. Dopodiché la guerra sarà considerata FINITA”, ha scritto il presidente sui social media.
Ma l’impressione, considerando il clima ancora teso e le reciproche accuse di violazione della tregua, è che si tratti di un accordo dalle fondamenta fragili. E sperare in una rapida soluzione del conflitto sembra purtroppo un qualcosa di davvero poco realistico.
A distanza di giorni dall’inizio del conflitto fra Iran e Israele, e in vista di un futuro così incerto, anche l’opinione pubblica italiana sta cominciando a dividersi. Sia sugli attori coinvolti, sia sulle ragioni dietro la natura di questa guerra. Questo l’oggetto dell’intervento di Francesco Cianfanelli (YouTrend). In diretta su “LAVORI IN CORSO”, l’esperto ha analizzato gli ultimi sondaggi relativi alla posizione degli italiani rispetto alla crisi in Medio Oriente.
I sondaggi analizzati da Cianfanelli, raccolti tra il 18 e il 20 giugno dall’istituto SWG, mostrano una preoccupazione diffusa tra gli italiani nei confronti dell’Iran, soprattutto se si ipotizza che Teheran possa dotarsi di armi nucleari.
“Il 74% degli italiani sarebbe preoccupato all’idea che l’Iran ottenga una bomba atomica. Il 42% è molto preoccupato, il 32% abbastanza”. Un dato che, secondo Cianfanelli, “sarebbe simile anche se si trattasse di altri Paesi, ma nel caso di una teocrazia autoritaria come quella iraniana la preoccupazione aumenta”.
Alla domanda se l’Iran rappresenti una minaccia esistenziale per Israele, invece, le risposte si dividono maggiormente: “Il 29% ritiene che possa distruggere Israele, mentre il 38% pensa che sia comunque una minaccia alla vita pacifica dello Stato israeliano. Solo il 17% considera la minaccia inconsistente”.
Il punto più controverso rilevato dai sondaggi riguarda il giudizio sull’attacco di Israele all’Iran. Infatti, L’attacco all’Iran è condiviso da poco più di 1 intervistato su 3. Prevalgono le voci critiche che nel centrosinistra sono in netta maggioranza.
“Il 37% degli italiani ritiene che Israele abbia fatto bene ad attaccare l’Iran”, spiega Cianfanelli. Tuttavia, “una maggioranza relativa, il 44%, pensa che l’attacco sia stato un errore”. I favorevoli si trovano soprattutto nell’elettorato di centrodestra, mentre tra gli elettori di centrosinistra prevale l’opposizione all’intervento armato.
“È una dinamica già vista: si riconosce la minaccia, ma si teme che l’uso della forza possa generare ulteriori tensioni. C’è una diffusa preferenza per soluzioni diplomatiche”, ha aggiunto.
Un’ulteriore domanda di SVG ha cercato di capire a chi venga attribuita la responsabilità del conflitto. Anche in questo caso, l’opinione pubblica è molto frammentata.
“Il 40% degli italiani attribuisce maggiori responsabilità a Israele, il 34% agli Stati Uniti, il 33% all’Iran”, riassume Cianfanelli. Va detto che era possibile indicare più di un responsabile, e infatti le percentuali superano il 100%.
“Altri attori come la Russia, la Cina o l’Unione Europea sono stati citati, ma con percentuali molto più basse. In generale si percepisce una responsabilità diffusa”.
Infine, Cianfanelli sottolinea una forte polarizzazione politica nella lettura degli eventi.
“Gli elettori di centrodestra tendono a ritenere più responsabile l’Iran, anche se non in modo schiacciante. Quelli di centrosinistra, invece, attribuiscono colpe maggiori a Israele e agli Stati Uniti”.
Un elemento interessante è che si tratta di autocollocazione politica, ovvero: “agli intervistati viene chiesto se si sentono di destra, sinistra, centro, ecc., e le risposte sono poi confrontate con le opinioni espresse”.
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