Monaco di Baviera si prepara a ospitare la finale di Champions League 2025 tra Inter e PSG, due squadre diverse per storia europea ma accomunate dallo stesso obiettivo: sollevare la coppa. I numeri raccontano che i nerazzurri sono alla settima finale della sua storia, con tre vittorie alle spalle (1964, 1965, 2010) e una grande voglia di riscatto dopo la sconfitta contro il Manchester City nel 2023. Il Paris Saint-Germain, invece, è alla seconda partecipazione all’ultimo atto, e stavolta si presenta con un volto diverso: senza Messi, Neymar e soprattutto senza Mbappé, la squadra di Luis Enrique ha mostrato una nuova identità, più equilibrata, più collettiva: è diventata più “squadra”. Un cambio di rotta netto, che ha permesso ai francesi di superare i soliti limiti psicologici e tattici che li avevano frenati nelle edizioni precedenti.
Il confronto sarà ricco di duelli e incroci suggestivi: da una parte Lautaro Martinez, leader tecnico ed emotivo dei nerazzurri, dall’altra Kvaratskhelia, il nuovo volto del Psg post-Mbappé. E se Inzaghi conferma il suo rodato 3-5-2, con Calhanoglu in cabina di regia e Thuram a completare l’attacco, Luis Enrique punta sul 4-3-3, con Vitinha, Fabian Ruiz e Joao Neves a costruire gioco.
Ma oltre alle formazioni, c’è in ballo qualcosa di più: una consacrazione definitiva per chi vincerà, e la frustrazione di un’occasione mancata per chi perderà. È la prima sfida ufficiale della storia tra Inter e PSG, ed è anche solo la seconda volta che una squadra francese affronta una italiana in finale di Coppa Campioni, dopo Marsiglia-Milan 1-0 nel 1993.
A questa sfida si avvicina anche Giancarlo Padovan, che a Radio Radio Lo Sport ha analizzato con lucidità i punti di forza e debolezza delle due finaliste. La sua riflessione parte da una premessa chiara: “Era comprensibile che in passato ci fosse un complesso di inferiorità verso il Manchester City. Ma oggi, col Paris Saint-Germain, non può valere lo stesso discorso. È una squadra giovane, con molti talenti: non fenomeni, ma giocatori interessanti. Possono soffrire la pressione, ma non vanno sottovalutati”.
Secondo Padovan, però, è il Paris Saint-Germain ad avere più bisogno di vincere. “L’Inter ha una storia europea più solida, più vittorie alle spalle. Il PSG non ha mai vinto la Champions, e quindi da un certo punto di vista deve farlo. Anche se è una squadra giovane e potrà riprovarci in futuro, oggi pesa di più questa necessità”.
Poi l’analisi si sposta sul piano tecnico e tattico, e il giudizio cambia. “Io inizialmente ero pessimista sull’Inter, perché secondo me il Paris Saint-Germain gioca meglio. Ma con l’avvicinarsi della partita comincio a pensare che l’Inter sia più furba, più astuta, più accorta. E anche quel suo gioco un po’ attendista – non abbiamo vergogna a dirlo – potrebbe favorirla”.
La chiave, secondo il giornalista, è tutta lì: “Se difende bene, chiude le fasce e riparte alto dopo aver riconquistato palla, può far male. Vi ricordate l’azione di Di Marco contro il Barcellona? Quella per me resta l’essenza dell’Inter. E potrebbe ripetersi anche qui”.
Insomma, per Padovan non c’è una favorita netta, ma una certezza sì: “Chi sbaglia meno vince”. E forse, per una volta, la prudenza interista potrà valere più dello spettacolo parigino.
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