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“Standing ovation per Ranieri, ma ora date i giusti meriti a Tudor” ▷ L’editoriale di Xavier Jacobelli

La stagione 2024/2025 di Serie A si è conclusa con una serie di risultati che hanno sorpreso e soddisfatto tifosi e addetti ai lavori. Il Napoli ha conquistato il suo quarto scudetto, mentre la Juventus ha centrato l’obiettivo minimo di qualificarsi alla Champions League. La Roma, grazie a una straordinaria rimonta, ha ottenuto l’accesso all’Europa League. In zona retrocessione, Venezia ed Empoli sono scivolati in Serie B, mentre il Lecce ha centrato una salvezza storica contro una Lazio delusa che rimane fuori dalla zona Europa.

Juventus, l’Europa è salva grazie a Tudor

Il finale di stagione ha consegnato alla Juventus un risultato fondamentale: la qualificazione in Champions League, seppur raggiunta con sofferenza nell’ultima giornata a Venezia. Un traguardo minimo, ma vitale, in una delle stagioni più difficili della storia recente bianconera. Come ha sottolineato Xavier Jacobelli ai microfoni di Radio Radio Mattino Sport e News, “qui bisogna sottolineare i meriti di Tudor, che quando è arrivato sulla panchina bianconera l’ha trovata in preda a una crisi di identità, oltre a un travaglio psicologico“. Con sette gol subiti nelle due gare precedenti al suo arrivo, la Juve sembrava allo sbando. L’allenatore croato ha saputo ricostruire prima l’aspetto mentale, poi tattico, raddrizzando una barca che sembrava destinata ad affondare. Un piazzamento in Champions che, come ha ricordato Jacobelli, sarà “di fondamentale importanza per la strategia di mercato estiva”, grazie agli introiti garantiti dal prestigioso torneo europeo.

Ranieri, impresa sfiorata con una Roma ritrovata

Tra i protagonisti di questa stagione spicca Claudio Ranieri, tornato alla guida della Roma a novembre e autore di una rimonta che ha dell’incredibile. Quando è subentrato, la squadra era in bilico, a metà classifica e lontana dalla zona Europa. “La zona Champions era distante 12 punti”, ricorda Jacobelli, “ciò che ha fatto Ranieri è stato straordinario: 56 punti totalizzati sotto la sua guida e la Roma che, soltanto per una lunghezza rispetto alla Juventus, non è riuscita a entrare in Champions League”. Resta però la soddisfazione della qualificazione diretta all’Europa League, come testa di serie. Un cammino esaltante, premiato dal calore dei tifosi e dalla solidità ritrovata, che testimonia la forza del gruppo e l’esperienza del tecnico romano, probabilmente all’ultima grande impresa della sua carriera.

Salvezze e addii: Parma e Lecce da applausi

La zona salvezza ha regalato emozioni fino all’ultimo respiro. Spicca su tutte l’impresa del Parma, che ha ribaltato uno 0-2 a Bergamo contro l’Atalanta, confermando il grande cuore della squadra. Jacobelli ha evidenziato come “l’Atalanta, se avesse giocato sempre in trasferta, avrebbe vinto lo scudetto”: ben 42 punti fuori casa contro i 32 interni. Tra le pagine più belle del finale di stagione c’è anche quella del Lecce, che ha centrato la quarta salvezza consecutiva, un record per il club. “Una salvezza da dedicare a Carmine Fiorita, l’indimenticabile fisioterapista della squadra salentina”, ha detto Jacobelli, sottolineando la capacità della squadra di Giampaolo di vincere a Roma con un uomo in meno. Un’impresa epica, ancor più significativa se si considera il monte ingaggi più basso della Serie A, pari a soli 15 milioni di euro.

Empoli e Venezia retrocedono, ma con dignità

In coda alla classifica, le retrocessioni di Empoli e Venezia si sono consumate in modo diverso, ma entrambe con dignità. L’Empoli, pur avendo lanciato giovani talenti come Fazzini, autore del gol della speranza all’ultima giornata, ha pagato una stagione complicata. Più amara la caduta del Venezia, guidato da Eusebio Di Francesco, che ha lottato fino alla fine ma non è riuscito a evitare il ritorno in Serie B. “Si è battuto con le unghie e con i denti pur di rimanere in Serie A, ma non ce l’ha fatta”, ha commentato Jacobelli. Due retrocessioni che raccontano storie diverse: da un lato un progetto giovanile ancora in costruzione, dall’altro una squadra combattiva che ha pagato il conto salato della sfortuna e di limiti strutturali.

Xavier Jacobelli

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