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A scuola di emergenze dall’Unione Europea

In Europa si respira aria di declino e tramonto, e non è certo una novità. A rendere ancora più netta questa sensazione è l’ultima uscita dell’Unione Europea, che non saprei definire altrimenti se non surreale. Una dichiarazione che in questi giorni viene discussa sull’Huffington Post.

Così leggiamo sulle pagine digitali del giornale in questione. Come si spiega nel prosieguo dell’articolo, El País, quotidiano spagnolo, avrebbe visionato la bozza della strategia di preparazione dell’Unione. In questa strategia si esorterebbero i cittadini europei a fare scorte di acqua, medicine, batterie e cibo per poter sopravvivere almeno 72 ore in caso di emergenze militari o climatiche.

“Dobbiamo prepararci a incidenti e crisi su larga scala, compresa la possibilità di un’aggressione armata”, si legge sul giornale. Uno scenario catastrofico, che ben rappresenta la realtà odierna dell’Unione Europea: un treno in corsa verso l’abisso, un costrutto tecnocratico e repressivo che sta letteralmente implodendo nel nulla su cui è stato edificato. D’altro canto, come abbiamo segnalato più volte in questi anni, emergenza e neoliberismo fanno sistema, tanto che il neoliberismo stesso può essere ragionevolmente inteso come il tempo dell’emergenza permanente.

“Permacrisi” è il nuovo termine coniato per descrivere questa condizione. Più precisamente, viviamo in un’epoca che genera continuamente nuove emergenze, trasformandole poi in strumenti di profitto a beneficio dell’ordine dominante. Emergendo di volta in volta come metodi di governo e strategie di dominazione, queste crisi favoriscono le classi egemoniche a scapito dei gruppi dominati. Insomma, ci stanno già annunciando apertamente che nuove emergenze sono all’orizzonte e che i cittadini europei saranno sottoposti a un regime disciplinare di tipo marziale.

Potrebbero persino essere costretti a rimanere chiusi in casa per giorni, privati delle loro libertà e dei loro diritti, come è già accaduto nel 2020. Il punto cruciale è che l’ordine neoliberale del turbocapitalismo sans frontières, oltre a non essere strutturalmente in grado di garantire i diritti del lavoro e i diritti sociali, non sembra più nemmeno capace di tutelare le libertà individuali e i diritti della persona. Stiamo assistendo, increduli, a una svolta autoritaria del sistema turbocapitalistico, che sempre più assume i tratti di un’oligarchia finanziaria repressiva e autocratica.

Un sistema, peraltro, sempre pronto a condannare la mancanza di democrazia altrui, senza riuscire a riconoscere il proprio, sempre più evidente, deficit di democrazia e libertà.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro

Diego Fusaro

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