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Vlahovic, numeri alla mano: merita di essere il 9 della Juve?

Gennaio 2022: Dusan Vlahovic passa dalla Fiorentina alla Juventus per 70 milioni di euro +10 di bonus (oltre gli 11,6 milioni del contributo di solidarietà previsto dalla Fifa e di oneri accessori). Un’operazione quindi da oltre 90 milioni, per l’acquisto del calciatore che, dopo l’addio di Ronaldo, avrebbe dovuto trasformarsi nel nuovo trascinatore dell’attacco bianconero.

Così è stato? Decisamente no. Dopo un buon inizio, l’attaccante serbo si è sempre più adombrato, perdendo continuità col gol e con il campo, fino ad arrivare alla situazione attuale. L’ex viola rappresenta uno dei casi più misteriosi della Juventus di Thiago Motta. Da titolare indiscusso, e faro della fase offensiva bianconera, nell’arco di poche settimane è stato relegato al ruolo di riserva del nuovo arrivato Kolo Muani.

Con le premesse e le aspettative che avevano accompagnato il suo acquisto, questa situazione non può che spingere a riflettere e interrogarsi su quelle che sono le reali capacità e potenzialità di Vlahovic, che a Torino non ha mai più fatto vedere il giocatore che aveva incantato la Fiesole a suon di reti gonfiate.

Quest’anno, in campionato, il serbo ha segnato 9 gol in 20 presenze, per un totale di 1.456 minuti giocati: si parla quindi di 0,45 reti a partita; 1 gol ogni circa 162 minuti (quasi due partite). Tenendo conto delle statistiche inerenti a tutte le partite disputate in stagione in tutte le competizioni, i valori medi non subiscono variazioni sostanziali: 14 reti in 31 match (2.151′); una ogni 154 minuti circa.

Non si tratta di cifre pessime, o negative di per sé, ci mancherebbe. Ma se si fa il raffronto con quelle che erano le aspettative iniziali (trattandosi dell’attaccante della Juventus – non proprio l’ultima squadra d’Italia), inevitabilmente l’impressione complessiva non può che essere negativa.

Di certo, non è un gol al Cagliari il fattore che può spostare il giudizio su un rendimento statistico che, in confronto a quello di altre punte dello stesso rango (almeno teorico), è più che modesto.

Kolo Muani, Kean, Retegui: attaccanti low cost che segnano più di Vlahovic

Non è un caso che Thiago Motta, nell’ultimo mese, abbia preferito puntare su Kolo Muani. L’attaccante francese, arrivato a gennaio in prestito dal PSG, si è inserito immediatamente nel gruppo e nello scacchiere tattico dell’allenatore, avendo fin da subito dei numeri importanti. In Serie A per ora sono 5 gol in altrettante partite, per un totale di 380 minuti giocati. Si tratta di una rete ogni 76 minuti, meno della metà del dato relativo al suo compagno di reparto.

Se si guarda poi ai valori inerenti ai leader della classifica marcatori, il confronto è ancora più impattante. Al primo posto c’è Mateo Retegui dell’Atalanta, con 21 reti in 24 giornate, per 1472 minuti giocati (poco più di una ventina di quelli del serbo). Stando a queste statistiche, l’attaccante italo-argentino è andato mediamente a segno 1 volta ogni 70 minuti; molto meno della metà del tempo impiegato da Vlahovic.

Il tutto, poi, a fronte di un acquisto dei bergamaschi molto meno oneroso rispetto a quello fatto dai bianconeri tre anni fa. Infatti, per accaparrarsi le prestazioni di Retegui, il presidente Percassi ha dovuto pagare al Genoa 25 milioni (bonus compresi): quasi 4 volte meno del costo del cartellino del serbo.

E in quello che è un divertente scherzo del destino, la situazione non migliora affatto se si sposta l’attenzione su Kean. Esatto, quel Moise Kean: lo scarto della Juve per eccellenza, girato in prestito da una parte all’altra d’Europa prima di svenderlo, definitivamente, quest’estate alla Fiorentina per 18 milioni di euro (bonus compresi).

Il figliol prodigo della Vecchia Signora, sulle sponde dell’Arno ha trovato una forma mai vista prima. Fino ad ora, il secondo della classifica cannonieri della Serie A ha segnato 15 gol in 24 partite; 1 gol ogni 133 minuti. È vero, considerando il maggior numero di partite disputate dall’italiano, questo valore non è poi tanto migliore di quello di Vlahovic. Tuttavia, ci sono due elementi che fanno pendere la bilancia più in favore della punta della Viola.

In primo luogo, la Fiorentina ha pagato Kean molto meno di 1/4 dei 90 milioni spesi dalla Juventus al tempo per il cartellino serbo. Ma soprattutto, se si tengono in conto i dati relativi ai match giocati in tutte le competizioni dall’ex Everton e PSG, si può notare un ulteriore miglioramento delle statistiche.

19 gol in 30 partite; 1 rete ogni 124 minuti circa. Lo scarto per eccellenza della Juventus, fino ad ora, ha segnato 5 reti in più del suo presunto attaccante titolare. E con lassi di tempo medi minori di circa mezz’ora.

Tutto questo basta, e avanza, per fornire gli spunti di una discussione che alla Continassa deve e dovrà essere necessariamente affrontata. Le colpe non possono essere solamente del ragazzo. E il periodo difficile della squadra, così come le difficoltà del suo allenatore, non lo hanno certo agevolato nel tentativo di recuperare un buono stato di forma. Ma alla luce di quanto visto in queste poche righe, resta da chiedersi solo una cosa: Vlahovic è degno di indossare la maglia numero 9 di una società dal blasone della Juventus? Ai posteri, l’ardua sentenza.

Francesco Bastianini

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