Un’Inter dal fiato corto, un Genoa coriaceo e un capitano che sa sempre quando lasciare il segno. A San Siro servono 78 minuti di sudore, fatica e battaglie per abbattere il muro del Grifone, ma alla fine il colpo di testa di Lautaro Martinez regala ai nerazzurri una vittoria pesantissima, almeno per una notte, buona per prendersi la vetta in attesa del Napoli.
L’Inter parte forte, decisa a sbloccarla subito, ma il Genoa non si lascia schiacciare e regge l’urto con grande compattezza. La squadra di Inzaghi macina possesso, ma senza sfondare: il pressing alto degli uomini di Gilardino inceppa i meccanismi nerazzurri, che girano il pallone con fatica e faticano a trovare spazi. E quando il Grifone può ripartire, lo fa con intelligenza: dalla destra arrivano le uniche fiammate offensive, ma Yann Sommer resta spettatore non pagante.
La notizia più brutta del primo tempo è l’infortunio di Correa, costretto ad alzare bandiera bianca per un problema al ginocchio sinistro. Tocca a Taremi, subito chiamato in causa per dare una scossa alla manovra interista.
Il copione della ripresa non cambia: il Genoa tiene botta, l’Inter prova ad accelerare, ma senza trovare varchi. La fiammata più grande è quella di Barella, che a venti dalla fine accende San Siro con un missile che si stampa sull’incrocio dei pali. Segnale di risveglio? Sì, ma il Genoa risponde subito con Ekuban, che di testa chiama Sommer all’intervento decisivo.
Quando sembra profilarsi un finale da batticuore, ecco il guizzo del capitano: corner di Calhanoglu, Lautaro si libera, stacca e di testa – con una deviazione complice – infila il gol che spezza l’equilibrio e fa esplodere il Meazza. È il timbro numero 23 in campionato per l’argentino, l’ennesimo gol pesante che vale tre punti d’oro e, almeno fino a domani, il primo posto in classifica. L’Inter soffre, ma vince. E a questo punto della stagione, è l’unica cosa che conta.
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