Nel corso della plenaria di mercoledì 9 ottobre in Europarlamento è andata in scena la tenzone dialettica più tesa del panorama politico europeo. Glie le aveva promesse in fondo Ursula, quando prima che intervenisse il presidente ungherese Viktor Orban aveva inserito durissime accuse nel suo intervento, dapprima genericamente a chi “se la prende con gli aggrediti e non con gli aggressori“, riferendosi alla guerra in Ucraina, dopo la quale “la Russia non è più un partner energetico affidabile“.
L’entrata a gamba tesa di von der Leyen però non tarda ad arrivare: “Invece uno Stato dell’Unione cosa fa? Trova altri modi di rifornirsi dai russi“.
“Sono dispiaciuto, oggi ero venuto per parlarvi di problemi reali, di competitività, di migranti” – ribatte un Orban scurissimo in volto – “invece il presidente ha voluto trasformare tutto in un’intifada partitico-politica“.
Poi, la risposta sulla guerra: “Come dice un vecchio detto inglese, per vincere bisogna ammettere di star perdendo. State perdendo questa guerra, presidente, anche se qui dentro fate finta che non sia così. Per vincere bisogna cambiare strategia. Parlare di diplomazia, comunicare. Una volta il presidente della commissione era l’istituzione che faceva rispettare i trattati, ma lei lo ha trasformato in un’arma politica“.
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