Qualcuno l’ha sempre sognata “libera TV in libero Stato” per poi essere puntualmente tradito. E anzi, negli anni quella che è nata dalle ceneri della fascista Eiar, è divenuta sempre più un organo dipendente dalla politica. Anche per questo i fasti della Rai sono ben lontani, ma nella TV di Stato è ancora possibile intravedere un minimo di servizio pubblico?
Per due ex esponenti della TV pubblica, la risposta è sì. “Dall’interno ho vissuto una Rai a due facce“, racconta Marcello Foa. L’ex presidente conduce “Giù la maschera” sulla emittente pubblica, format che gli è costato un richiamo dall’ordine formalmente per le posizioni “antiscientifiche” del dottor Massimo Citro ma pragmaticamente per l’ampio ventaglio di pareri che ha il coraggio di ospitare.
“La Rai che ho vissuto dall’interno ha due facce: la Rai degli esponenti di nomina politica che devono stare al gioco e poi una Rai di eccellenti professionisti con cui mi sono rapportato e di cui sono diventato referente. Senza questi eccellenti professionisti, la Rai sarebbe già collassata. Invece è ancora in piedi nonostante tutto e fa buoni dati di ascolto“.
Di lì la conclusione di Alberto Contri, che pure conosce bene la realtà della Tv pubblica: “Per un professionista della comunicazione entrare alla Rai è come entrare in una fabbrica di cioccolato, se ti lasciano fare qualcosa“.
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