“Rombo di tuono”. L’aveva definito così Gianni Brera dopo una delle sue solite imprese di campo. Era il 25 Ottobre del 1970 quando Gigi Riva siglò una doppietta davanti agli occhi strabiliati del pubblico nerazzurro del Meazza. Il suo Cagliari aveva portato a termine un’altra battaglia: il match finì 3-1 in favore dei sardi e quel soprannome, messo nero su bianco dalla penna di Brera, passò alla storia.
“Rombo di tuono” se ne è andato per sempre, all’età di 79 anni. Le imprese e lo scudetto però riecheggiano nell’eternità, alla stregua di quel rombo che il pubblico idolatrante ululava a ogni gol.
Il pubblico di Cagliari lo amò tanto da eleggerlo uno del popolo: così il ragazzo della provincia di Varese divenne “Gigirriva”, quello implacabile e dal repertorio tecnico più prezioso. Quello più efficace davanti la porta. Quello che scelse la Sardegna davvero contro tutto e tutti.
Bussò prima l’Inter, poi la Juventus. Rimase nella sua Sardegna per scelta, nonostante le grandi del nord fossero disposte a fare carte false per assicurarsi Rombo di Tuono.
“Perché dovrei andarmene?”, rispondeva ai giornalisti. Quei professionisti della penna che l’hanno vissuto e che ce l’hanno raccontato a Radio Radio lo Sport. E’ anche dai loro aneddoti e dagli occhi lucidi che si capisce quanto grande sia stato “l’uomo che non si pensava potesse morire”.
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