Esplode il caso Marcello Degni, una bufera in stile Vannacci che però ha dei distinguo rispetto alla vicenda del celeberrimo generale autore di “Il mondo al contrario”. Perché Marcello Degni è un magistrato della Corte dei Conti, che però si esprime senza alcun filtro sul suo profilo X: tanto da invocare l’esercizio provvisorio per «far sbavare di rabbia» il governo sulla «manovra blindata».
L’associazione dei magistrati della Corte dei conti lo deferisce ai probiviri dopo la tempesta scaturita dal tweet del 30 dicembre. Per i magistrati contabili Degni non si è ispirato a criteri di equilibrio e misura nelle dichiarazioni ed interviste.
Sul suo profilo X sono diversi i post che lasciano dubbi sulla terzietà a lui richiesta: “Si dà il caso che sia un diritto garantito ai cittadini dall’articolo 24 della Costituzione“, commenta il direttore del Tempo Davide Vecchi a ‘Lavori in Corso’: “La Cassazione stabilisce che i giudici non solo devono essere imparziali, ma anche apparire imparziali, non dando adito a dubbi su questo. Oggettivamente Degni si sarebbe dovuto dimettere un minuto dopo“.
Nessuno dei post “incriminati” è ad ora stato cancellato da Degni. A La Stampa dice di essersi espresso «come Marcello Degni, non come giudice della Corte dei Conti».
Nella videointervista il commento di Davide Vecchi da Stefano Molinari.
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