No, non è la secessione. Perché così qualcuno ha commentato il recente disegno di legge proposto da Calderoli sull’autonomia differenziata: qualora passasse anche alla Camera dopo il sì del Senato, permetterebbe alle Regioni di gestire nella totale indipendenza 23 materie che vengono enunciate nell’articolo 116 della Costituzione.
Per citare alcune di queste materie: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle regioni, commercio con l’estero, sicurezza del lavoro, istruzione, sanità ed energia.
Ovviamente tutto ciò non è totalmente arbitrario: per aderire al progetto dell’autonomia differenziata, le regioni dovranno rispettare determinate linee guida, i cosidetti “Lep”, ovvero standard basilari atti a garantire che non ci sia troppa differenza nei servizi offerti tra una regione e l’altra.
Uno dei punti più criticati della proposta è relativa al finanziamento alle singole regioni, che andrebbe stabilito prima di inoltrare la richiesta di autonomia differenziata.
A detta dell’esperto di diritto amministrativo Enrico Michetti, in realtà questo sarebbe uno dei vantaggi del disegno di legge: permettere alle regioni di auto-amministrarsi su determinati aspetti potrebbe infatti garantire una più specifica organizzazione strategica sui punti di forza di ognuno.
Insomma, nessuna secessione. Anche se la coperta dei finanziamenti resta corta.
Nel video la spiegazione del Prof. Michetti.
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