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Dalla “Strage di Natale” alla Mezzaluna Rossa: Gaza affonda mentre l’Iran minaccia Israele

È Natale, siamo al centro di Gaza, Al-Maghazi, dove si rifugiano profughi di guerra, perlopiù bambini e donne.
È Natale, e si è appena consumata una strage: oltre 100 morti, a quanto riporta il Ministero della Salute, di fronte a uno dei peggior attacchi dall’inizio dello scontro tra Israele e Hamas.

Il Premier israeliano Netanyahu ha riunito il consiglio per esaminare la proposta di pace egiziana ma dalle parole rilasciate al Wall Street Journal è evidente che un accordo è fuori questione, anzi, sembra voler intensificare l’occupazione e gli attacchi verso la striscia: “Hamas deve essere distrutto, Gaza smilitarizzata e va fermata l’istigazione all’interno dell’Autorità nazionale palestinese – nei confronti di Israele – e una volta che Hamas sarà distrutto, Gaza sarà smilitarizzata e la società palestinese inizierà un processo di deradicalizzazione, Gaza potrà essere ricostruita e le prospettive di una pace più ampia in Medio Oriente diventeranno realtà. Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e molti altri Paesi sostengono l’intenzione di Israele di distruggere il gruppo terroristico. Per raggiungere questo obiettivo, le sue capacità militari devono essere smantellate e il suo dominio politico su Gaza deve finire”.
Non tarda ad arrivare un messaggio pubblico da parte del leader di Hamas Yahya Sinwar, che si espone per la prima volta dal 7 ottobre affermando rigorosamente che non ha intenzione di sottomettersi alle “condizioni dell’occupazione” da parte di Israele.

Da sfondo non cessano i bombardamenti: altri raid israeliani hanno colpito la Mezzaluna Rossa a Khan Yunis a sud della striscia. Su X si legge (dal profilo stesso della Mezzaluna palestinese) che anche in questa circostanza non sono mancate vittime: 131 deceduti in una sola notte.

“Israele pagherà”, così in ultima battuta s’inserisce nella scacchiera bellica anche l’Iran dopo l’assassinio di Sayyed Reza Musavi in Siria, leader dei Guardiani della Rivoluzione, a seguito di un attacco da parte di Israele. Musavi stava coordinando uomini e armi inviati da Teheran in Siria. “Senza dubbio il regime sionista selvaggio e usurpatore pagherà per questo crimine“, questo il messaggio letto alla TV di Stato da parte dei Guardiani.
A fronte di ciò, una guerra alimenta l’altra e il Medio Oriente brucia, letteralmente.
Alla fine dei conti a pagarne realmente le conseguenze saranno, come la storia ricorda ma a quanto pare non insegna, i civili.

Elena Duranti

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