Prima Smalling, poi Dybala – con Strefezza a intermediare – confezionano la vittoria della Roma. Una vittoria piuttosto sofferta nonostante la squadra di Mourinho abbia giocato 75 minuti con un giocatore in più. La brutta notizia riguarda Paulo Dybala, uscito per infortunio e di cui sapremo più tardi le condizioni, ma le lacrime viste in panchina mettono angoscia a tutto l’ambiente giallorosso.
Sono buoni i tre punti, il resto lo butterei via. Tutto quello che abbiamo visto incluso ovviamente l’infortunio di Dybala. La Roma non doveva soffrire fino all’ultimo secondo in una partita in cui ha avuto la fortuna – ma anche l’abilità – di andare in vantaggio dopo sei minuti e di giocare il resto del match in superiorità numerica. Ha sbagliato troppi gol, troppe occasioni che doveva sfruttare meglio: male gli attaccanti, male Zaniolo e anche il Gallo. Non mi è piaciuto neanche Abraham.
La Roma ha giocato una partita moscia e sciatta. La nota lieta è Smalling, che non solo ha fatto gol ma ha retto bene la difesa.
Mi piacerebbe che la Roma giocasse come il Lecce, perché attenzione ragazzi, la qualità è una cosa e non si discute, però l’orgoglio, il modo armonico in cui il Lecce è stato in campo, l’incisività, la velocità, davano l’idea di una squadra abituata a giocare a pallone in un certo modo. Francamente non mi ha sorpreso, visto come aveva giocato a Napoli. Però 11 contro 10, fai anche gol, hai un rigore. Il fiato sospeso sul risultato fino all’ultimo secondo lo trovo sinceramente poco accettabile.
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