Volevano eliminare l’ora legale. Ora, con il caro bollette, hanno cambiato idea. Tantissime persone hanno partecipato a una raccolta firme su Change.org per prolungarla almeno fino al 30 novembre. E anche sulla rivista specializzata Lancet spunta un appello in questo senso. Tra i promotori, anche la società italiana di medicina ambientale.
La pensa così anche Fabio Dragoni, vicedirettore del giornale online Cultura e Identità, intervenuto alla trasmissione Lavori in corso. “Trovo sia una misura di buonsenso. Non è che si guadagna un’ora nella giornata, quello non dipende da noi, ma se tornassimo ora all’ora solare avremmo un’ora di giorno in più e di un’ora di sera in meno. Tenendo conto degli orari lavorativi, trovo possa essere più utile per chi lavora avere un’ora di luce la sera piuttosto che la mattina. Lo hanno già sperimentato in altri Paesi: si può introdurre l’ultimo sabato di novembre invece che a ottobre“.
La pensa così anche il Professor Alessandro Miani, presidente della società italiana medicina ambientale. “Abbiamo proposto la cosa già a fine luglio e la abbiamo ribadita anche su Lancet. La proposta è spiegata su tre fronti: economico, ambientale, sanitario. I vantaggi sono due: un’ora di luce in più di pomeriggio, in inverno, permetterebbe di stare di più all’aperto per fare attività fisica e stimolerebbe la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore. Inoltre, in Italia ci sono circa 30 minuti di differenza di luce tra nord e sud, quindi niente effetto “jet lag”. Economicamente, avevamo stimato in 500 milioni di euro di risparmio, ma i prezzi erano quelli di luglio. Con le tariffe di oggi parliamo di 2 miliardi e 700 milioni. Chiediamo al governo uscente che dia una proroga in modo da delegare la questione a quello che si sta insediando“.
Peraltro, la prosecuzione del regime di ora legale era una richiesta italiana. Fosse stato per l’Unione europea, sarebbe già stata eliminata. “Una volta tanto“, incalza Dragoni, “il Parlamento europeo aveva fatto una cosa giusta e aveva demandato la questione agli stati nazionali. Non ci sono scuse: non si deve perdere tempo. Magari qualcuno è affezionato a quell’ora in più di sonno che si guadagna con il cambio dell’ora, ma siccome succede sempre tra sabato e domenica credo sia un lusso che ci si potrebbe comunque permettere, al netto dei lavoratori del fine settimana. E’ una misura di buonsenso, può essere fatta subito, ha effetti misurabili in modo concreto: che aspettiamo a muoverci?“
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