Il portiere non ha nessuno dietro di sé, come scrisse Eduardo Galeano; per sua fortuna in più di un frangente stasera l’Inter ha avuto dietro di sé Handanovic. Quell’Handanovic lì, però, quasi smemorizzato nella considerazione e in parte nella gratitudine dei tifosi nerazzurri.
Che si chiamino Vlasic o Radonijc i “clienti” di turno, il numero uno nerazzurro – maglia a parte si potrà ancora dire così – ci mette ogni fibra muscolare e tutta la reattività che qualche malevolenza di troppo dava per trascorsa, per evitare che il Toro incorni la Beneamata.
Poi arriva il gol di Brozovic e l’Inter, al di là dei contenuti e del peso dell’avverbio “meritatamente”, la porta a casa, pesante come solo certe partite faticose sanno essere, come avevano già sperimentato nel pomeriggio Spalletti e i suoi.
Merito del croato, diranno gli almanacchi, se i nerazzurri la vincono; ma se non l’hanno persa prima, diciamo noi, è perché i guanti dello sloveno l’hanno protetta da più di uno spiffero. Così, alla fine, festeggiano pure le adepte del neonato movimento “bimbe di Onana”.
Paolo Marcacci
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