Strana partita tra due realtà diversamente incompiute, al di là delle possibilità di spesa e della soglia delle ambizioni. Vittima sacrificale, la Juventus della prima mezz’ora, ma non sacrificata sull’altare dell’acclarata inferiorità. La mostruosa combinazione tra Neymar e Mbappé per il vantaggio, poi il fraseggio tra le stalattiti bianconere per il raddoppio: stessa firma, stesso ghigno e premesse di diluvio. Invece gli uomini di Galtier, che ha la faccia di un peso medio che ha appeso i guantoni vent’anni prima, si smarriscono nelle premesse del proprio autocompiacimento. Basta per riportare Paredes e compagni in partita? Ancora no, la composizione delle prime pagine è già quasi ultimata.
Poi il PSG è un po’ vittima del proprio narcisismo pedatorio e la Juventus riacciuffa perlomeno l’incertezza del destino, per bilanciare in parte quella dell’identità. Il resto lo fanno autostima e una più sensata quadratura tattica, con Locatelli in luogo di Milik a tutela del fortino. Ma come, si domanderà qualcuno, un cambio conservativo quando si è in svantaggio? Tutto va contestualizzato nel giusto modo, con tanto di caviglia di Perin a mettere punti e virgole sul discorso della dignità prestazionale.
Sarebbe potuta finire in tanti modi, come vari episodi dell’esistenza di tutti; alla fine il tabellino traduce il concetto che anche con i fenomeni si può avere insipienza offensiva e che resuscitare almeno in parte quando già stanno stampando gli epitaffi è di per sé un sussulto di vita. I problemi non sono certo risolti, ma una convalescenza gestita attraverso la cura omeopatica del proprio orgoglio può essere una pietra di posa.
Paolo Marcacci
Arriva la confessione che riguarda da vicino Novak Djokovic: un addio inaspettato che ha lasciato…
L'abbiamo visto soprattutto durante la pandemia di COVID-19: l’informazione, oggi, non è semplicemente un mezzo…
Nessuno immagina i rischi che si corrono ogni volta che in casa si usano i…
Tra le voci che animano il calciomercato di luglio, sta prendendo piede l’idea di uno…
Gli utenti abituati ad usare WhatsApp tutti i giorni rimarranno sconvolti dall’ultimo aggiornamento che stravolge…
Laura Santi, giornalista perugina di 50 anni, è morta il 21 luglio dopo essersi autosomministrata…