Ciò che a scuola ci annoiava, lui ce lo presentava sotto una veste differente: mai pedante, interessante per come enucleava i nessi tra i fenomeni e le concatenazioni logiche nei vari passaggi illustrativi. Non aveva bisogno di esibire il suo linguaggio forbito; anzi, se ne serviva per semplificarlo e renderlo funzionale alla comprensione del pubblico; un pubblico sempre più numeroso, non colto, se non in una certa percentuale, ma interessato, curioso. Perché Piero Angela sapeva suscitare interesse, ha saputo incuriosire fino all’ultimo: c’è un che di miracoloso, in questo; soprattutto se ci rapportiamo a questo nostro tempo fondamentalmente disattento, fintamente informato, con una soglia d’attenzione media quasi polverizzata.
E pure in un simile contesto, lui è riuscito a rendere bene l’idea della differenza che passa tra un registro nozionistico (per quello basta Wikipedia) e uno divulgativo, ossia atto a diffondere la conoscenza verso il maggior numero possibile di fruitori.
Non si è mai sentito un maestro, non ha mai preteso di essere definito tale. Proprio per questo, era uno dei pochissimi a esserlo davvero.
Paolo Marcacci
L'abbiamo visto soprattutto durante la pandemia di COVID-19: l’informazione, oggi, non è semplicemente un mezzo…
Nessuno immagina i rischi che si corrono ogni volta che in casa si usano i…
Tra le voci che animano il calciomercato di luglio, sta prendendo piede l’idea di uno…
Gli utenti abituati ad usare WhatsApp tutti i giorni rimarranno sconvolti dall’ultimo aggiornamento che stravolge…
Laura Santi, giornalista perugina di 50 anni, è morta il 21 luglio dopo essersi autosomministrata…
Per avere il soffione della doccia senza calcare basta provare il semplice metodo del sacchetto:…