Ciò che a scuola ci annoiava, lui ce lo presentava sotto una veste differente: mai pedante, interessante per come enucleava i nessi tra i fenomeni e le concatenazioni logiche nei vari passaggi illustrativi. Non aveva bisogno di esibire il suo linguaggio forbito; anzi, se ne serviva per semplificarlo e renderlo funzionale alla comprensione del pubblico; un pubblico sempre più numeroso, non colto, se non in una certa percentuale, ma interessato, curioso. Perché Piero Angela sapeva suscitare interesse, ha saputo incuriosire fino all’ultimo: c’è un che di miracoloso, in questo; soprattutto se ci rapportiamo a questo nostro tempo fondamentalmente disattento, fintamente informato, con una soglia d’attenzione media quasi polverizzata.
E pure in un simile contesto, lui è riuscito a rendere bene l’idea della differenza che passa tra un registro nozionistico (per quello basta Wikipedia) e uno divulgativo, ossia atto a diffondere la conoscenza verso il maggior numero possibile di fruitori.
Non si è mai sentito un maestro, non ha mai preteso di essere definito tale. Proprio per questo, era uno dei pochissimi a esserlo davvero.
Paolo Marcacci
Lorenzo Musetti fa parlare di sé in maniera universale: una bella notizia per il tennista…
L'Unione Europea ha appena raggiunto il trilogo, cioè l'accordo tra Consiglio e Parlamenti europei, sulla…
Torna la Serie A protagonista con la 14ª giornata, un turno che si preannuncia ricco…
Possibilità di ottenere un rimborso importante dalla propria banca: ecco l'ultima regola che favorisce moltissimi…
Napoli-Juve non sarà mai una partita come le altre: men che meno questo weekend, dove…
Vi ricordate che qualche anno fa c'era stata la crisi del debito greco, "l'Europa fallirà…