Un ragazzo di 24 anni, in apparenza sano, che muore in seguito a un’emorragia cerebrale. È accaduto a Trento, il ragazzo si chiamava Traian Calancea e frequentava Economia e Commercio, oltre a lavorare ed essere uno sportivo. “Malore domestico”, hanno dichiarato i sanitari intervenuti nell’abitazione del giovane, che era stato poco prima trovato steso a terra dalla madre.
Una vicenda dai contorni oscuri, messi bene in luce in diretta dal legale della famiglia, Renate Holzeisen: “Dopo l’introduzione del green pass rafforzato, nonostante avesse dubbi, Traian aveva deciso di farsi inoculare questa sostanza. Dieci giorni dopo la prima dose, la mamma lo ha trovato morto, steso all’entrata dell’appartamento dove vivevano insieme. Ai sanitari intervenuti, la mamma ha subito detto che suo figlio dieci giorni prima si era fatto la prima dose; nonostante questo, hanno segnato come causa di morte ‘malore domestico’, che evidentemente non è una causa medico-scientifica. La mamma però aveva dei fortissimi dubbi, quindi ha chiesto che venisse disposta l’autopsia, ma non è successo, hanno subito dato il via libera per i funerali. Allora lei, con l’aiuto di una dottoressa, mi ha contattata e io sono dovuta intervenire in Procura, facendo una denuncia molto circostanziata, spiegando che si tratta di una sostanza sperimentale e che non sono stati fatti tutta una serie di studi”.
Qualcosa non va, secondo Holzeisen: “Mi pare assurdo: un ragazzo sano che viene trovato morto in un appartamento non è una cosa normale, sarebbero dovute essere accertate le cause senza la necessità di una denuncia da parte di un avvocato. Alla fine siamo riusciti a ottenere l’autopsia e abbiamo nominato i nostri consulenti”. Il Gip di Trento, infatti, ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura e disposto ulteriori indagini. “Dato che la causa della morte – continua l’avvocatessa – è stata trovata in una massiva emorragia cerebrale, subito – visti gli esami che i nostri consulenti hanno indicato come necessari – abbiamo evidenziato anche la necessità di accertare la presenza della proteina Spike nelle diverse parti del corpo, soprattutto nel cervello. I nostri consulenti hanno subito evidenziato che è noto che proprio queste sostanze a mRna possano avere come conseguenza un brusco aumento della pressione vascolare. Questa cosa, proprio nel caso di questo ragazzo, ci sembra molto decisiva perché dopo gli accertamenti di patologia è stato acclarato che Traian avesse un aneurisma“.
Ma c’è di più: “Ci siamo opposti alla richiesta di archiviazione anche perché uno dei tre consulenti della Procura si trova in un netto conflitto d’interessi, essendo il responsabile della farmaco-vigilanza della Regione Veneto e della Provincia Autonoma di Bolzano: evidentemente in questa sua funzione non ha vigilato sulla garanzia della sicurezza dei cittadini perché altrimenti non avrebbe mai potuto consentire che negli hub vaccinali la gente non venisse informata e che le venisse sottoposto un consenso cosiddetto ‘libero e informato’, che in realtà è tutt’altro. In più, avrebbe dovuto garantire che in caso di morte o altro evento grave o meno grave fosse garantita la segnalazione completa ai fini di una farmaco-vigilanza attiva”.
Per Holzeisen, non è da escludere la correlazione con quella prima dose effettuata dal ragazzo dieci giorni prima di morire: “Ormai sono diversi gli studi scientifici che dimostrano che i casi di rottura di aneurismi post-inoculazione aumentano. Dunque, l’indizio di una correlazione è molto, molto forte. E gli esperti hanno anche detto che la rottura di un aneurisma in una persona molto giovane è un caso rarissimo. Se le Procure non accertano la verità materiale, anche loro sono responsabili per la gravissima omissione della farmaco-vigilanza”.
Holzeisen, intanto, continua la sua battaglia per capire se siano stati fatti o meno degli studi sperimentali sulle sostanze che poi sono state inoculate massivamente alla popolazione mondiale. Con un occhio di riguardo soprattutto per i bambini: “Il Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute – come risulta dall’AIFA – avrebbe dichiarato che non sussisterebbe alcun rischio riguardo la geno-tossicità e la cancerogenicità. Nell’istanza di astensione, ho chiesto se c’è appunto la documentazione di questo Comitato dalla quale risultino le basi che lo hanno portato a tali conclusioni, sapendo che questi studi non sono stati fatti. È di una gravità inaudita, sono state inoculati a tantissimi bambini italiani queste sostanze”.
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