Non è un mistero ma anche l’ovvio vuole la sua parte. Sicché dobbiamo ribadire le cose in modo che, per dirla con Hegel, il noto diventi anche conosciuto. I partiti delle sinistre fucsia in Europa sono oggi le guardie dei padroni tanto quanto le destre bluette. Le sinistre fucsia a livello europeo sono infatti radical chic, sono favorevoli all’Euro e all’Unione Europea, all’imperialismo statunitense e al liberismo economico, alla deregulation e al ridimensionamento costante delle spese pubbliche. Sono nemici del totalitarismo inteso genericamente come ciò che possa mettere in discussione l’ordine del capitale.

Tutto questo permette di ribadire con fermezza un concetto centrale per comprendere gli assetti del nuovo capitalismo liberista o turbo-capitalismo. Fin dagli anni 90′ si fonda su un estremismo di centro in grazia del quale le ali estreme della politica sono progressivamente annientate. Grazie all’imperversare dell’estremismo di centro, la destra non liberista e la sinistra non liberista cadono nella trappola della lotta costante e reciproca, lotta che viene ad arte fomentata dalle élite neoliberali le quali escono sempre vincitrici da tale lotta.

Le sinistre fucsia rappresentano il punto culminante di evoluzione di un comunismo che combatteva contro il Capitale e che ora si trova a combattere per il Capitale e l’imperialismo, una parabola tragica, a tratti comica, che porta da figure grandi e immense, degne del massimo rispetto, come Antonio Gramsci, agli attuali aedi del mercato che da sinistra celebrano l’individualismo progressista e sconfessano tutto ciò che vagamente si opponga al nuovo ordine mondiale di completamento della globalizzazione capitalistica, vale a dire del rapporto di forza egemonica.

Il capitalismo se politicamente è di centro, sul piano culturale è diventato di sinistra dacché trova nella sinistra fucsia liberista il proprio fondamento. Proprio come sul piano economico il capitalismo è rimasto essenzialmente di destra, proponendo un modello neo-cannibalico di lotta del più forte dove l’individuo in condizioni di povertà si trova in quelle condizioni perché non è stato in grado di competere. Possiamo ben dire che le sinistre hanno fatto di tutto per rimuovere la falce e martello, simbolo del lavoro e della lotta dei lavoratori contro il Capitale. Lo hanno fatto secondo un passaggio teorico, concettuale e pratico che le ha portate prima ad un fase botanica, negli anni 90′, con l’Ulivo, la Margherita e infine dalla fase botanica alla fase ludica dell’arcobaleno, trascurando completamente i diritti sociali del lavoro.

In cambio si sono soffermati in modo compensatorio sui capricci individuali di consumo per ceti abbienti, le ZTL a cui di fatto semplicemente si rivolgono. Fa sorridere l’affermazione di Romano Prodi, esponente di spicco della nuova sinistra fucsia amica del Capitale e nemica del lavoro, nella quale ha detto: “Il nostro posto è vicino alle persone”. Sembra una excusatio non petita e in realtà non si capisce a quali persone si faccia riferimento, sicuramente non alle classi lavoratrici, poco ma sicuro.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro