Sono passati più di dieci anni dalla famosa operazione Libia, quella con cui fu scelto di abbattere Gheddafi. Qual è il bilancio che possiamo trarre? Cosa è accaduto veramente in Libia, con buona pace della propaganda ufficiale? Davvero oggi la Libia prospera sotto i raggi della libertà?
Le cose stanno in realtà in modo diametralmente opposto rispetto a come vengono presentate. L’imperialismo etico e l’interventismo a guida atlantista, avrebbero dovuto produrre benessere. Si trattava di abbattere il perfido dittatore Gheddafi, ennesimo caso di creazione mediatica di un mostro da distruggere.
La strategia dell’Occidente imperialista a guida USA si chiama caos: abbattere ogni governo non allineato e produrre l’inferno, come accaduto in Libia che rappresenta l’essenza stessa del modus operandi statunitense. Citando Tacito: fanno il deserto e la chiamano pace. Non vi è nulla di democratico in Libia e anzi possiamo dire che si è prodotto un inferno peggiore rispetto a quello che c’era prima.
L’imperialismo statunitense ora dice di voler portare ordine nell’area Ucraina ma noi sappiamo che sta avvenendo il contrario. Come hanno creato il caos in Libia così faranno anche in Ucraina, usata come braccio armato per combattere contro la Russia.
Alla civiltà del dollaro interessa occupare il mondo intero e abbattere quelle forze come la Russia di Putin che sanno far valere la propri sovranità. Per questo, ancora una volta, fanno un deserto e lo chiamano pace.
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