Il 4 giugno è stato pubblicato dal Corriere della Sera un elenco di nomi – tra cui parlamentari, manager, giornalisti e lobbisti – che verrebbero usati dal Cremlino per diffondere la sua propaganda.
L’articolo tira in ballo le indagini del Copasir volte a scovare la rete di cui Vladimir Putin si servirebbe per orientare e condizionare l’opinione pubblica e favorire la propaganda di Mosca sui media italiani. Chi è stato tirato in ballo non ha esitato a minacciare la querela. Lo stesso Copasir ha mostrato irritazione dopo la pubblicazione delle cosiddette “liste di proscrizione” del quotidiano.
“Prove generali di maccartismo in Italia” così ha esordito Pino Cabras nel suo intervento su Facebook. Secondo l’Onorevole di Alternativa C’é si sta ripetendo in Italia quello che successe tra gli anni Quaranta e Cinquanta negli Stati Uniti con il cosiddetto fenomeno del maccartismo: un atteggiamento politico caratterizzato da un esasperato clima di sospetto e da comportamenti persecutori nei confronti di persone, gruppi e comportamenti ritenuti filo comunisti e quindi sovversivi. Quindi stessi metodi e stesso “nemico”.
“Una lista di persone il cui unico torto è non essere d’accordo con il governo sulla guerra. Il capo d’accusa è quello o addirittura volerne sabotarne le iniziative. Il tutto con la parola passe-partout di “Putinista” che è una specie di mantello che copre qualsiasi forma di dissenso”.
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