Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha reso nella mattinata di ieri, prima al Senato della Repubblica e poi alla Camera dei Deputati, un’informativa sui recenti sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. Nel seguito della discussione nell’Aula di palazzo Montecitorio è intervenuto anche il deputato Pino Cabras. Queste le sue parole fortemente contrarie all’operato belligerante del Governo.


“Qui, Radio Mosca”: così ci dipingono le liste di proscrizione, saremmo terribili filorussi e quindi voi sareste temibili Stoltenberg, come se tutto si risolvesse in questa visione manichea. Noi pensiamo, in realtà, agli interessi del popolo di questa Repubblica. Basta propaganda e maccartismo. In un’Italia alternativa, il Presidente del Consiglio italiano indica agli alleati europei la risoluzione pacifica di un conflitto assurdo alle porte dell’Europa, non invia armi trascinandoci verso la mezzanotte nucleare, chiede il cessate il fuoco, frena l’ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia per non gettare benzina su quel fuoco, organizza una conferenza di pace qui, a Roma, una città con la vocazione giusta e con la Costituzione adatta. Ma la realtà è ben diversa e il Presidente del Consiglio scappa dal Parlamento e fugge a Washington per farsi mettere la mano sulla spalla da Biden. Il popolo può attendere.

Siamo all’oscuro delle armi inviate e sulla strategia interventista. Siamo all’oscuro sul reale peso della nostra debolissima politica estera. A chi vanno quelle armi? Certo, in un pezzo della catena del traffico ci sarà un nostro ufficiale in divisa, che consegna le armi a un suo omologo di un battaglione ucraino, tutti in divisa; ma, poi, quelle armi dove vanno a finire, visti i troppi eserciti sfaldati negli ultimi trent’anni? C’è troppo estremismo. Ci sono troppe mafie pronte ad approfittarsi e ad alimentarsi con gli effetti diretti e indiretti del riarmo.

Stiamo esportando e importando la guerra, non ci bastano più la guerra interna qui nel nostro Paese e una crisi economica e sanitaria che toglie la speranza alle famiglie. No, signori, contro il volere del popolo, come nel 1915, pochi Ministri ci menano al disastro, prezzi alle stelle dentro un Mediterraneo affamato dalle sanzioni boomerang.
La questione dell’allargamento della NATO a Svezia e Finlandia ha un effetto che molti stanno ignorando. La trasformazione del Mar Baltico in un golfo ostile alla Russia crea una catena di conseguenze che sono sottovalutate. Certo, le ha sottovalutate Putin, ma direi tutti i dirigenti europei.
Se chiudiamo definitivamente la finestra della Russia verso ovest, il contraccolpo per l’Europa e la sua economia sarà traumatico, nessuna transizione energetica è possibile in quel contesto. Male reagire a una circostanza particolare come la guerra in Ucraina con il suicidio dell’Europa.

Ricordo, inoltre, che la Federazione russa è il 30 per cento dell’Europa e per molti anni anche molti di quelli che sono seduti qui dentro l’hanno ritenuta parte dell’interdipendenza europea in ogni campo. Pensate che tutto questo non meriti una soluzione politica, una via pacifica? È diritto di questo Parlamento e dell’opinione pubblica incidere a fondo su episodi che cambiano gli assetti dell’Europa e per sempre. È nostro diritto e dovere evitare che l’Unione europea belligerante diventi il fratello scemo della NATO, quando anche la NATO va verso il baratro.

Che il momento storico sia delicato si evince anche dall’insieme di contraddizioni dei partiti, che avvertono la difficoltà di sostenere una posizione di appoggio all’invio di armi. Quasi tutti, qui dentro, votano per la belligeranza, per il coinvolgimento diretto in guerra, in contrasto con un sentimento popolare larghissimamente contrario alla guerra in ogni forma, compresi i giochi di guerra in Sardegna.

Cari partiti, la vostra risposta a tutti i sondaggi che vedono gli italiani esasperati dalle scelte di questo Governo e fermamente contrari alla guerra, è fatta di goffi equilibrismi retorici, appesi a parole d’ordine che possono avere un suono pacifista vago, di correzione delle posizioni del Presidente del Consiglio. Mi riferisco, in particolare, al capo politico del MoVimento 5 Stelle, o al leader della Lega, o ad alcuni cenni che ci sono stati da altri colleghi. Poi, qui in Aula, vi allineate, fedeli fedeli, e le vostre posizioni reali, i vostri voti non coincidono con il sentimento che diffondete sui media. Invocate una pax europea, ma siete dei no-pax. Quali sono le vostre reali intenzioni? Non esiste una via di mezzo: o si è contrari alla guerra, o si è promotori. Noi di Alternativa non vediamo i vostri volti accanto ai nostri nelle piazze e nelle votazioni in questa Camera. Sabato saremo in piazza a Genova, poi ovunque, a manifestare per la pace.
Con molta ipocrisia credete che gli italiani ci caschino ancora una volta, ma il vento sta cambiando. E non è il vento di guerra in cui sperate voi, l’alternativa è la pace”.