Ottima e abbondante l’Inter, di nuovo fresca, nella testa e nelle gambe contro il Verona più anonimo visto da tempo. Ma i veneti di Tudor hanno dovuto fare i conti con un avversario presente in ogni zona del campo, più agile in attacco, dovrei supporre per l’assenza di Lautaro rilevato da Correa non certamente tra i migliori ma squadra più dinamica ed elastica con un eccellente Brozovic, non è una novità, un caparbio Calhanoglu e Barella, baciato dal gol, ha poi lasciato il campo a Vidal denunciando una fatica che non si conosceva.
Inzaghi ha ritrovato le vitamine che l’Inter aveva smarrito ma non perso, superba anche la prestazione di Perisic e c’è da pensare che l’innesto di Gosens potrebbe essere ancora più importante e decisivo nella fase finale del torneo. Squadra compatta con Skriniar a chiudere qualunque idea o iniziativa di Simeone o Lasagna. Il due a zero non riassume il dominio nerazzurro, la classifica non è ancora definita per il recupero contro il Bologna ma la vittoria ha significato doppio perché, a differenza di quella di Torino contro la Juventus, è stata confortata da una prova lucida e costante e per la prima volta in quest’anno la squadra doppia un successo consecutivo. Tudor non ha fatto mai una piega, avendo intuito e capito che non ci sarebbe stata mai partita per il suo Verona.
Tony Damascelli
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