Il governo Draghi ha approvato l’invio di aiuti militari all’Ucraina. La decisione dell’esecutivo italiano si inserisce all’interno della politica complessiva dell’Unione europea. Le sole sanzioni economiche sono state ritenute non sufficienti a sostenere Kiev contro l’offensiva russa. La decisione dell’invio di armi rappresenta una svolta storica nella tradizionale politica estera europea improntata alla mediazione diplomatica.
La decisione del governo Draghi pone l’Italia in una situazione ibrida di status bellico non dichiarato, un confine opaco e dai contorni non definiti tra intervento diretto e sanzioni economiche. L’invio di armi all’Ucraina espone dunque in maniera significativa gli italiani a possibili rappresaglie di Mosca. Il Cremlino potrebbe infatti giudicare l’intervento europeo e del governo Draghi come una vera e propria dichiarazione bellica, ponendosi l’obiettivo di colpire obiettivi giudicati sensibili nelle fabbricazione di armi.
Per Alessandro Meluzzi, l’Italia corre così il rischio di divenire parte debole di un gioco geopolitico di vaste proporzioni, il vaso di coccio tra vasi di ferro, in altre parole un’esca pronta ad essere sacrificata in vista di un conflitto voluto e deciso da poteri sovranazionali lontani da Roma.
L’intervento di Alessandro Meluzzi in diretta.
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