La Roma vede le streghe fino al novantanovesimo minuto. Un pomeriggio maledetto si conclude con il sorriso per i giallorossi spreconi e privi di cinismo. Abraham spezza l’incantesimo instaurato da Provedel all’ultimo minuto trasformando un rigore che porta anche la firma di Zaniolo (su di lui il fallo che ha portato Fabbri al Var e poi a indicare il dischetto). Tre punti più che mai preziosi per i ragazzi di Mourinho, ora a sei punti dal quarto posto e con gli stessi dell’Atalanta (due gare da recuperare).
“Più che una partita di calcio, questo è stato un test cardiologico per i romanisti, una prova sotto sforzo. Se uno supera una partita del genere vuol dire che il cuoricino sta bene. È corretto dire che al di là dell’undici contro dieci nel secondo tempo, già nel primo tempo in parità numerica la Roma stava giocando abbastanza bene. Per come ci ha abituato negli ultimi tempi direi bene. Mi è sembrato un gioco fluido, però ha mancato un sacco di occasioni. Sono quelle partita stregate. Io ero convinto che in contropiede lo Spezia avrebbe fatto anche il gol, perché queste partite sembrano segnate.
Devo dire che alla fine, al di là del rigore, Abraham è stato forse il giocatore peggiore in campo. Oggi Abraham non ha fatto nulla, proprio sembrava indolente. Però devo dire che si è assunto una responsabilità enorme perché a quel punto mi sono chiesto: chi lo tira? Pellegrini? Ha fatto una buona partita. Mi sembra che i due più efficaci, più lucidi nello sviluppo del gioco siano stati Pellegrini e Mkhitaryan”.
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