Come nell’aprile del 2020 colsi le linee di sviluppo che avrebbero portato alla pandemia del rocchetto o dello yo-yo, composta dall’alternarsi di fase 1 e fase 2, provo a leggere un’altra linea di tendenza che vedo possibile nel mondo di cui siamo abitatori e che mi pare molto probabile diverrà parte integrante della realtà stessa.

In sostanza non è difficile prevedere come presto gli armigeri del nuovo leviatano tecno-sanitario o capitalismo terapeutico diminuiranno la durata dell’infame tessera verde per i guariti, nella prospettiva di non dargliela più a fatto. In Germania è stata notevolmente abbassata la durata della super infame tessera verde che essi pudicamente appellano Green pass, per coloro i quali l’hanno ottenuta non mediante la benedizione con il santissimo siero bensì in forza della guarigione.

Il guarito in effetti è un eretico dacché non è benedetto con il santissimo siero e può non di meno beneficiare, sia pure a tempo determinato, di quei diritti che il nuovo leviatano tecno-sanitario vuole rendere fruibili unicamente per quanti abbiano giurato fedeltà e si siano benedetti con il sacramento più importante della religione terapeutica, il santissimo siero.

Il guarito è una figura anfibia dacché per un verso ha attraversato la malattia e dunque rientra a pieno titolo nella nuova figura del capitalismo terapeutico, il malato sempre degno di essere curato. Per un altro verso egli si è sottratto al sacramento della benedizione con il santissimo siero e dunque è in odore di eresia. Per questo non è difficile prevedere che presto diminuita la durata della super infame tessera verde per i guariti e in prospettiva non sarà più rilasciata loro dacché essi dovranno, anche se guariti, benedirsi il prima possibile.

Il regime del capitalismo terapeutico si basa sulla mutazione di tutti i sani in malati. Se tutti siamo malati in quanto potenziali malati asintomatici allora tutti dobbiamo essere curati sempre da capo, anche coloro i quali siano curati debbono comunque essere curati e dunque devono permanere nell’ambito dei malati. Ecco perché il nuovo capitalismo terapeutico si fonda sulla medicalizzazione integrale della società e a sua volta si fonda sulla mutazione dei sani in malati.

La strategia del capitalismo terapeutico sta infatti nel trasformare i sani in malati con il profitto evidente dei colossi del Big Pharma e con la riduzione della società a rango di una mega clinica in cui non esistono più cittadini ma solo malati sottoposti alle cure autoritarie dei medici, presentate come cure terapeutiche e sempre risolventesi in misure repressive autoritarie coessenziali alla svolta autoritaria in corso del nuovo capitalismo basato sull’emergenza perpetua come modalità di governo.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro