Ribadisco la mia massima solidarietà ai portuali di Trieste. Bisogna oggi più che mai uniti contro il capitalismo e la sua variante, il leviatano tecno-sanitario. Bisogna ricordare che l’antifascismo in assenza di anticapitalismo diventa oggi una delle tante risorse di consenso della violenza repressiva senza volto della civiltà neoliberale. È proprio quello che sta accadendo a Trieste dove abbiamo visto un intervento massiccio e repressivo delle forze dell’Ordine contro i portuali rei di aver protestato contro il leviatano tecno-sanitario, rei di non essersi piegati all’abominio dell‘infame tessera verde della discriminazione a norma di legge. Vi è in effetti tra le tante, un immagine che giunge da Trieste: inermi portuali con la blusa gialla con le mani alzate che subiscono i getti d’acqua potenti con gli idranti da parte della Polizia.

In quell’immagine terrificante da Trieste è racchiusa in sintesi la considerazione che un governo guidato da un banchiere e da guitti bluette-fucsia hanno delle classi lavoratrici italiane. Sulla forza della ragione si è imposta la ragione della forza e lo ha fatto con una brutale repressione che una volta di più rivela come ci troviamo nel bel mezzo di un nuovo modo autoritario di governare le cose e le persone.

L’emergenza epidemiologica è stata fin da subito utilizzata dal blocco oligarchico neoliberale per potenziare e velocizzare tutte le tendenze della globalizzazione turbo-capitalistica, ha posto da subito in essere un nuovo modo di governo delle cose e delle persone, una nuova razionalità che fa leva sull’ emergenza perpetua per mantenere in vita un ordine emergenziale esso stesso perpetuo basato sulla militarizzazione della vita pubblica e sulla repressione violenta delle classi lavoratrici che si oppongono. Siamo nel cuore di una seconda restaurazione, come potremmo definirla.

Si è concretamente attuata una delle possibilità che avevo previsto allorché sostenevo che al cospetto delle manifestazioni contro l’asimmetrico ordine della globalizzazione cosmopolita e del leviatano tecno-sanitario con il suo potenziamento autoritario e verticistico, a cospetto di tutto ciò sarebbero aumentate le manifestazioni e le proteste anche della classe lavoratrice. A Trieste abbiamo visto la classe lavoratrice unite fare rivendicazione universalistica di classe, ossia l’abolizione di ogni figura legata al Leviatano tecno-sanitario in particolare l’infame tessera verde.

Come da me previsto il governo ha scelto la ragione della violenza e lo ha fatto reprimendo in maniera coattiva una manifestazione pacifica di lavoratori a Trieste. Siamo ormai al cospetto di una violenza che nemmeno più si nasconde e che dice di agire per proteggere la salute pubblica, in sostanza si tratta di un regime protettivo e che dice ipocritamente di farlo per il proprio bene

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro