Corsa al Campidoglio: chi sarà il nuovo Sindaco di Roma? Tra poco più di 10 giorni i cittadini della Capitale conosceranno il nome del loro primo cittadino, senza dimenticare la possibilità di un giro elettorale aggiuntivo con l’eventuale ballottaggio.
Una sfida certamente avvincente tra i candidati che, come ben sappiamo, sono nel vivo della campagna elettorale. Si susseguono incontri, comizi e confronti. Tanti i temi messi sulla bilancia che, in una metropoli tanto affascinante quanto complessa come Roma, stimolano dibattiti praticamente a cadenza quotidiana.
Enrico Michetti, candidato Sindaco del centrodestra, fa il punto della situazione ai microfoni di Radio Radio.
“Una delle azioni che stiamo predisponendo in questi giorni è la preparazione dei fogli di calcolo per creare automatismi per risolvere in sei mesi tutte le pratiche relative al diritto di superficie, trasformato in diritto di proprietà, e alle affrancazioni. Noi dobbiamo risolvere questi due bubboni: il condono, atteso da 36 anni, oltre alle affrancazioni e appunto al diritto di superficie. Queste sono due cose che porterebbero tanti soldi alle casse del Comune e risolverebbero tanti problemi ai cittadini. Il contesto attuale blocca la compravendita degli immobili e blocca il mercato”.
“La cosa bella è che abbiamo avuto uno spazio enorme. La Lista Civica ricomprende tutti quelli che magari credono meno nei partiti e credono che l’amministrazione debba essere un po’ neutra ed esclusivamente della comunità. Questa è una libera scelta. Io chiaramente mi riconoscono nelle idee fondanti della patria, della famiglia e del rispetto delle istituzioni con al centro la Costituzione. Io non ho nessuna tessera di partito e nella mia vita professionale ho assistito comuni di centrodestra e comuni di centrosinistra. La cosa importante è la persona prima di tutto. Quindi questa realtà civica crede nella città di Roma e crede nello sviluppo e nel rilancio di un’organizzazione sana. La Lista presenta candidati di eccellenza. Abbiamo cercato di trovare le persone che potessero rappresentare le categorie, gli ordini, i corpi intermedi e tutti gli strati della società. Sono tutte persone perbene e piene di entusiasmo che nella vita hanno dimostrato di saper fare”.
“Serve prima di tutto la massima attenzione verso le periferie. Le periferie vanno rigenerate e riqualificate portando le tecnologie. Così magari lì possono andare le aziende, e se vanno le aziende portano lavoro, e se portano lavoro portano benessere e prospettiva. Dobbiamo ripartire dalle periferie che soffrono di più. Ripartire da lì significa far rinascere l’intera città. Poi certamente c’è bisogno che Roma, dal punto di vista della pulizia e del decoro, torni ad essere una città vivibile, spendibile ed attrattiva. La reputazione di Roma in tal senso è sotto le scarpe. Poi bisognerà vedere i conti della città. Il 31 dicembre chiude la gestione commissariale e vediamo come chiuderà questa gestione sul debito accumulato da Roma. Bisognerà poi rilanciare il nostro brand con tutto ciò che è ricollegabile ad un lavoro che si produce in città. Questo significa i posti di lavoro e i prodotti capitolini. Occorre fare in modo che ci sia una logistica del turismo con infrastrutture che consentano una facile mobilità. Dobbiamo aprire al mondo questo meraviglioso patrimonio che abbiamo. Roma deve tornare ad essere un modello di bellezza e funzionalità”.
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