2003: “Sars, forse più alto il tasso di mortalità”.
2008: “Influenza tre volte più contagiosa, per gli esperti è importante vaccinarsi”.
2013: “Influenza, uno dei peggiori virus”.
2018: “Influenza, è un bollettino di guerra”.
Di titoli come questo, dal 2003 a oggi, ce ne sono a bizzeffe. Dalla Sars, all’Aviaria, all’H1N1: ogni anno, secondo quello che viene scritto sui giornali, sale l’allarme sulla pericolosità delle influenze.
Un collage che porta i titoli del Time, di Repubblica, de La Stampa e di numerose altre testate, smaschera oggi questa tendenza che ha avuto la sua esplosione proprio nel 2020 con Sars-Cov2.
Fabio Duranti ha commentato questa immagine proprio per richiamare l’attenzione su quella che appare come una tecnica ormai consolidata: “Ogni anno vediamo che l’influenza miete maggiori vittime – ha detto – nel 2018 addirittura scrivono che è un bollettino di guerra, nel 2019 dicono che l’influenza è quasi da epidemia e poi arriviamo nel 2020 in cui l’hanno fatta diventare una cosa sulla quale fare business. Tutto questo c’è sempre stato”.
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