Una protesta civile, silenziosa, senza alzare troppo i toni, ma con lo scopo di far comunque arrivare un messaggio forte: è questo ciò che il Senatore Gianluigi Paragone sta organizzando insieme a Fabio Duranti. Dopo un primo incontro presso la sede della Rai a Roma, ce ne sarà presto un secondo e la volontà rimane la stessa: bisogna far presente a chi di dovere che la Rai, in quanto servizio pubblico, è tenuta a rappresentare i cittadini in tutte le sue voci e questo purtroppo non sta accadendo.

In una situazione come quella pandemica nella quale abbiamo vissuto e ci ritroviamo tutt’ora, il servizio di informazione fatto dalla Rai non ha infatti raccolto tutti quei pareri che avrebbero potuto fornire uno spettro ampio e completo alla popolazione. Non verità assolute, dunque, ma opinioni diverse di specialisti con stessi titoli e autorevolezza degli ospiti fissi dei canali pubblici.

“Perché non si mettono a confronto tutte queste viro-star con i vari Tarro, Montagnier, Montanari? Perché parlano solo loro? Oppure Garavelli, i medici delle terapie domiciliari come Mangiagalli, Cavanna, Stramezzi… Perché non li mettiamo a confronto?” A porre l’attenzione su questo punto è proprio Fabio Duranti in diretta a ‘Un giorno speciale’ che aggiunge: “Partendo dal presupposto che nessuno ha la verità su questa vicenda, perché il Professor Raoult non ha mai avuto una sola riga sulla Rai, neanche un secondo di visibilità. Perché? Fauci sì e Raoult no? Adesso ci siamo rotti! Chiediamo che ci sia un confronto”.

Con Francesco Vergovich, ecco il video dell’intervento.

“Gianluigi Paragone mi ha chiamato per una sana proposta, la proposta di una protesta nei confronti della Rai. La Rai è un mezzo pagato da tutti noi nella bolletta dell’energia, quindi con un ricatto, una cosa orrenda, oscena. Siamo l’unico paese al mondo a fare questa cosa. Ormai siamo diventati l’unico paese al mondo che piano piano sta levando tutti i diritti. La paghiamo con i soldi che ci prelevano forzatamente, illecitamente, dalla bolletta. Se hai un qualsiasi schermo, un computer devi pagare perché ‘hai gli strumenti’. Ecco, questo è quello che accade, però tutti zitti.

Va bene, però la Rai è servizio pubblico, prende i soldi per quel motivo. E allora deve rappresentare le minoranze. E quindi, se le persone hanno dei dubbi su quello che sta accadendo, come Gianni Rivera, perché non vengono rappresentate? Perché non si mettono a confronto tutte queste viro-star con i vari Tarro, Montagnier, Montanari? Perché parlano solo loro? Oppure Garavelli, i medici delle terapie domiciliari come Mangiagalli, Cavanna, Stramezzi. Perché non li mettiamo a confronto? Ecco, la protesta nasce da questo.

Noi non abbiamo la verità, ma chiediamo che ci sia un confronto. Il Professor Raoult non ha mai avuto una sola riga sulla Rai, neanche un secondo di visibilità. Perché? Fauci sì e Raoult no? Perché la Rai non mette a confronto le opinioni? Partendo dal presupposto che nessuno ha la verità su questa vicenda. Noi saremo un gruppo di persone che passeggiano intorno alla Rai in forma di pacata, moderata, educata protesta.

Io ci vado perché rappresento un mezzo di comunicazione che ha necessariamente dovuto sostituirsi alla Rai in questo ultimo anno. Io alla Rai dico: sbrigati a tornare ad essere la televisione pubblica perché noi non ne possiamo più. Ci siamo rotti! Noi vorremmo parlare di altri problemi. Cara Rai, hai rotto le p***e! Metti gli scienziati a confronto, non usare il pensiero pubblico! Spetta alla Rai il compito di rappresentare tutte le idee!