Nessun indicatore può registrare la condizione di disagio che i milioni di studenti italiani stanno vivendo da un anno a questa parte. Ragazze e ragazzi costretti a rinunciare alla socialità dell’ambiente scolastico e a vivere le proprie giornate di fronte a uno schermo. Uno stile di vita passivo e sedentario che diversi esperti hanno indicato come un fattore di rischio che comporterà gravi danni in futuro.
Le complicazioni della dad, unica misura di sostegno all’istruzione che il Governo è riuscito a proporre e adottare durante tutta l’emergenza, non saranno visibili come quelle che comporta il covid. Ma forse potrebbero essere di una simile portata.
Critico, sin dalla prima ora, di questo strumento è il professor Paolo Crepet. In diretta con Antonio Guidi e Francesco Vergovich, lo scrittore e psicologo ha manifestato tutte il suo disappunto nei confronti delle scuole chiuse. Ecco il suo intervento a “Un giorno speciale”.
“Quando finirà sto maledetto virus e soprattutto chi l’ha gestito così male con delle operazioni strampalate; levo il vaccino, poi lo rimetto, tutti sti ricatti, tutte ste stronz*** maledette, quello che rimarrà saranno migliaia di morti e malati. L’anima di troppe persone sarà spezzata da questo lager che ci hanno imposto e soprattutto dall’incertezza anche economica alla quale ci hanno sottoposto.
Oggi la sofferenza non è più nei manicomi, la solitudine nelle case è enorme. C’è una sofferenza che va discussa e va ridotta perché di sofferenza si muore e di libertà si vive”.
“Quando io e Guidi ci siamo conosciuti non c’era ancora stata la riforma dei manicomi, ma c’era stata un’altra grande riforma che era la chiusura delle scuole speciali. Questa è stata un’altra straordinaria tappa del cammino civile di questo Paese. Io vorrei dire a chiare lettere che oggi quelle scuole chiuse le abbiamo rifatte con la Dad, costringendo milioni di bambini a stare attaccati a uno schermo. E io penso a un bambino in difficoltà, a una ragazza anoressica, a un bambino iperattivo, io penso al male che abbiamo fatto. Il virus della malvagità che aveva colpito i manicomi e le scuole speciali è ancora vivo. E non basterà Pfizer per tirarci fuori”.
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