Silenzio signori: parla Fabio Capello. Uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, italiano e internazionale, offre la sua parola sulle frequenze di Radio Radio.

Il consueto appuntamento del venerdì con Food Sport si arricchisce, oggi, con un ospite d’eccezione. L’ex mister di Milan, Roma, Real Madrid e Juventus ha risposto alle curiosità poste dal Direttore Ilario Di Giovambattista, da Francesco Di Giovambattista ed Enrico Camelio.

Queste le parole in diretta di Fabio Capello

Il bilancio delle tre sconfitte italiane in Champions

“Facciamo un’analisi. Abbiamo giocato contro tre nazioni diverse: Portogallo, Germania e Spagna. Abbiamo perso in tutte le circostanze. L’unica che ha combattuto e si è dimostrata al livello dell’altra è l’Atalanta. Non ha sofferto nessuna fisicità, nessuno velocità e, anzi, ha fatto vedere di avere una mentalità completamente diversa. Ha dimostrato di saper affrontare qualsiasi squadra.

Il più grande dispiacere è quello di non aver avuto la possibilità di testare questa mia idea contro un Madrid che ha la capacità di tener palla e farla girare a centrocampo con una qualità superiore a tutti. Peccato non aver visto, giocando 11 contro 11, se l’Atalanta sarebbe riuscita a battere questa squadra. Voglio vederla nel ritorno sperando in un arbitraggio normale e sportivo

La Juventus invece non ha giocato. Ha giocato 10-15 minuti finali e, quando ha giocato, ha fatto un goal e qualcosa in più. Ma, fino a quel momento, è stata in difficoltà. La Lazio, purtroppo, contro una corazzata non c’è stato nulla da fare. Sì con dei regali, però perché sbagli? Perché gli altri vanno più forte. Sei successi su sei non si ottengono per caso”.

Perché in Italia i giovani non vengono subito lanciati?

“Quando trovi un giocatore interessante, lo fai giocare. C’è una cosa da mettere in evidenza: in una squadra che funziona, se fai esordire un giovane di talento riesce a fare la sua figura e si integra. Se invece fai esordire un ragazzo che poi fallisce, allora si pensa che non sia ancora pronto e viene mandato in giro a fare esperienza. Io sono sempre del parere che chi è bravo, ed entra, deve avere personalità”.

Analisi sul momento di Roma e Milan

“E’ un bivio per entrambe. Il Milan non ha ancora assorbito le sconfitte avute. Tutta la sicurezza che si vedeva prima ora non si vede. Soprattutto quando la Stella Rossa è rimasto in dieci. Il Milan ha giocato un bellissimo calcio, ma adesso si è un po’ perso. La Roma invece credo abbia recuperato alcuni giocatori che fanno la differenza. Ha perso però Dzeko. Ma anche la Roma è una squadra divertente e che gioca bene. Ha il giusto mix tra possesso palla e di verticalizzazione che, secondo me, è il calcio che diverte di più”.

La penuria di difensori forti in Italia

“Romagnoli ad esempio è un giocatore che difende discretamente ed è bravo quando ha la palla tra i piedi. Ma il problema non è solo Romagnoli. C’è una mancanza assoluta di difensori in Italia. Perché si cerca di avere portiere che sappiano giocare con i piedi, e lo stesso oggi vale anche per i difensori. Quando a Zoff fecero la domanda: ‘Il portiere deve saper giocare con i piedi?’ – lui rispose: ‘No, il portiere innanzitutto deve saper parare’. Poi i difensori, come dice la parole stessa, devono saper difendere. Poi se sanno anche giocare il pallone, meglio ancora. Guardiamo Lukaku, l’unico a fermarlo è stato Chiellini”.

Il rimpianto di aver visto la carriera di Van Basten interrotta troppo presto

“Van Basten con me ha giocato solo un anno al Milan perché si è infortunato. Questo grande giocatore ha voluto, per testardaggine, operarsi quando il dottore gli aveva detto che forse non serviva operarsi. Però, è andata così”.

Su mister Pirlo

“E’ partito con delle idee. Poi ha dovuto iniziare a capire che c’è qualcosa di diverso quando alleni una squadra come la Juventus. I risultati sono fondamentali. Molti pareggi iniziali, forse, lo hanno messo in difficoltà. Avesse vinto, pur non giocando bene, forse sarebbe riuscito ad essere già vicino al Milan e all’Inter”.

Capello accetterebbe l’incarico di Presidente della Roma?

“Non ho mai giocato al Fantacalcio e neanche lo seguo”.

L’Inter con il derby ha scavato il solco verso lo scudetto?

“E’ una squadra che ha una grande rosa di giocatori. Partiamo intanto dal fatto che ah un allenatore che da due anni lavora con gli stessi giocatori. Perché non dimentichiamo che anche i giocatori messi sulla lista trasferimenti sono rimasti. Ha lavorato psicologicamente con Perisic ed Eriksen, risolvendo il problema. Non ha avuto quindi i problemi di Pirlo, per esempio. L’Inter è una squadra molto forte. Conte, strada facendo, ha capito come doveva giocare per mettere in evidenza le caratteristiche dei propri giocatori. Adesso gioca molto più cauto. Era la mia favorita dall’inizio e rimane tale Poi non ha nemmeno le coppe da giocare”.