Conta più il presente, il qui e ora che comincia col fischio iniziale di Piccinini sul terreno dell’ “Ezio Scida” oppure il futuro immediato, tradotto in questioni di calciomercato e di – realistiche – richieste di Paulo Fonseca, a questo punto a cominciare dall’esterno alto, El Shaarawy in testa?
A Crotone c’era da vincere e da farlo nella maniera più agevole e convincente possibile. Non ha sbagliato Paulo Fonseca, con un passaggio alla Liedholm, a decantare nella conferenza di ieri le caratteristiche positive della squadra di Stroppa, evidenziate nel primo tempo di San Siro tre giorni fa, prima che i calabresi venissero travolti da Lukaku e compagni. Al tempo stesso, aveva ragione sulla carta il Bomber Pruzzo, stamattina in diretta su Radio Radio, nel dire che per portare via i tre punti dalla Magna Grecia Mayoral dovrebbe bastare e avanzare.
Primo dei responsabilizzati, oggi, Carles Perez sulla trequarti, poi come questione di interesse tattico e prestazionale annoveriamo anche Cristante ricollocato sulla linea mediana.
La Roma comincia con un pressing altissimo e piazzando subito il massimo numero di “bandierine” in territorio avversario: atteggiamento propedeutico a ciò a cui assistiamo dai primi minuti in poi: un dominio assoluto e qualitativamente raffinato. Al di là dei tre gol, il fatto è che abbiamo, letteralmente, l’occhio “rapito” dalla fluidità del fraseggio romanista in ogni zona di campo, dai ricami di Mkhitaryan e, ovviamente, dalla seconda segnatura personale di Mayoral. Ribadiamo un concetto, a proposito dello spagnolo: non va considerato una prima punta, ma un attaccante i cui fondamentali dobbiamo ancora apprezzare a pieno. Tra l’altro, ha già mostrato di reggere le sportellate altrui, di non disdegnare il duello o i corpo a corpo.
A fine primo tempo, una menzione di merito anche per il Cristante odierno: dal recupero palla pulito con cui serve la palla del raddoppio a Mayoral fino alla sventagliata per Karsdorp in occasione dell’azione che ha portato al rigore, una prestazione caratterizzata dal costante presidio tattico e dalla lucidità dei suggerimenti. Sempre con il consueto “low profile” dal punto di vista dell’atteggiamento.
A metà ripresa, con la partita del tutto in ghiacciaia, Fonseca decide di mettere una mezz’ora nelle gambe di Pellegrini e di sottrarla a Mkhitaryan per farlo rifiatare, così come ripropone Kumbulla in luogo di Ibanez.
Indolore, ovviamente, il gol del Crotone messo a segno da Golemic, però sarebbe sempre meglio evitare ed evitarsi certi episodi. Un po’ di relax in area di Smalling e compagni, tutto qua.
Arriva, ora, una tranche di calendario che può dire tanto sulla Roma e dare molto a Dzeko e compagni. La presunzione, a livello di analisi, è che la squadra ci arrivi con una mentalità irrobustita, rispetto a qualche mese fa. Perché ha saputo risollevarsi dopo la serataccia di Napoli, per esempio. E perché è sempre più identitaria nella sua fisionomia.
A tutti quelli che hanno a cuore le sorti della squadra giallorossa, che Fonseca è stato bravo a tenere al riparo dalle frustrazioni prima e dagli entusiasmi poi, diciamo una cosa, in questo momento: non guardate la classifica, guardate la Roma.
Paolo Marcacci
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