Le lacerazioni di una pandemia, che si prepara a oltrepassare l’anno di vita, non colpiscono solo il tessuto sociale del Paese. A fare le spese di uno stato di emergenza prolungato e senza fine sono anche i vertici delle istituzioni, ormai abituati a riunioni urgenti e tavoli tecnici.
In particolare il Governo ha dimostrato in più occasioni le proprie divisioni in seno alla maggioranza, ma anche nei confronti degli altri organismi con i quali è chiamato a rapportarsi. Guardando al passato, ad esempio, e ricordando gli annunci mai convertiti in fatti dall’Esecutivo o leggendo i verbali del Comitato tecnico scientifico, emergono alcune frizioni che si sarebbero registrate.
Una frustrazione che potrebbe essere dovuta anche a un altro dato che si collega alle decisioni prese da Governo e Cts: nonostante lockdown, obblighi e divieti, l’Italia non vede la luce in fondo al tunnel. Come si può giustificare questa non corrispondenza tra chiusure e dati effettivi sulla pandemia? E’ stato argomento di discussione a “Lavori in Corso” con l’intervento di Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione presso l’Università Cattolica, ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.
“Le divisioni all’interno del Comitato tecnico scientifico mi pare traspaiano dalla contraddittorietà di alcuni divieti che vengono prima annunciati e poi ritrattati.
Anche leggendo i verbali del Comitato tecnico scientifico si colgono divisioni e difformità tra quello che gli esperti suggeriscono al Governo e quello che poi fa il Governo. Per esempio, è chiaro che i ristoranti sono luoghi in cui si sta al chiuso. Ma non c’è nessuna esplicita indicazione del Comitato tecnico scientifico di chiudere i ristoranti. Allora perché si è deciso di chiudere i ristoranti e quindi si sono costrette le persone a riunirsi in casa? Siamo proprio sicuri che questa consenta di contenere i contagi?
Anche sulla scuola ci sono delle statistiche che rivelano la scarsa incidenza della frequenza scolastica sul livello dei contagi. Allora io mi chiedo, francamente, in base a quali parametri vengano prese queste decisioni che stanno uccidendo il Paese”.
“Si va certamente a tentoni. Basta riascoltare tutti i discorsi ufficiali anche del Presidente del Consiglio. Hanno costretto i ristoratori e gli altri titolari di esercizi commerciali a perdere tutti i guadagni che normalmente vengono fatti durante le vacanze di Natale. Sono stati quasi criminalizzati gli italiani che sono andati a casa di parenti o amici a fare il Natale e adesso ci ritroviamo che la situazione è negativa sotto il profilo dei contagi.
Che cosa abbiamo risolto? Nulla. Hanno strangolato ulteriormente le attività economiche, non hanno dato nessuna certezza agli italiani sull’uscita dalla pandemia. La correlazione tra i lockdown e l’uscita dalla pandemia non è dimostrata sul piano scientifico. Così si uccide un Paese, si uccide una società e comunque non si risolve il problema sanitario”.
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