I primi 45’ minuti della partita sono stati strani, tesi, indefinibili. Già al 1’ Pavoletti del Cagliari mette in rete un cross del figliol prodigo Nainggolan, inserito in campo da Di Francesco fin dal primo minuto; ma l’arbitro annulla per carica sul portiere Montipò.

L’inizio non è dei migliori per il Benevento, ma la squadra di Inzaghi ci ha fatto vedere fin qui, che il gruppo di giocatori giallorossi (oggi con la maglia bianca) non è di quelli che getta la spugna alla prima difficoltà e inizia a sentir tremare le gambe di paura alle prime azioni pericolose degli avversari.

I due ex del Benevento, Ionita e Sau, non partono tanto bene. Sau, ottima persona e calciatore importante, si ‘divora’ alcuni gol che non avrebbe sbagliato mai con altre squadre. Ma oggi chi scrive, glieli ‘perdona’! Perché in questa occasione Sau doveva metabolizzare il ‘senso di colpa’ del calciatore che gioca contro la ‘sua’ ex squadra. Per i sardi la parola ‘traditore’ pesa molto a livello psicologico. E chi trova come avversario la squadra del passato e soprattutto quella del cuore un po’ ‘traditore’ si sente.

Tutto questo, però, fino al momento in cui si diventa consapevoli di essere ‘professionisti’ e di dover rispondere con gol e bel gioco alla squadra di cui si fa parte attualmente, e che paga lo stipendio. Anche il moldavo Ionita ha una visione dell’etica calcistica non troppo lontana da quella del sardo, e può darsi che per lo stesso motivo oggi egli non abbia dato il suo solito contributo di km macinati e azioni interrotte e ripartenze vigorose.

Il Cagliari va in vantaggio al 20’ con un gol di J.Pedro, che tocca lievemente un pallone colpito di testa da Pavoletti.
Al 40’, Sau, dopo aver superato tutti i sensi di colpa, ‘vergognatosi’ abbondantemente per gli errori commessi, decide di giocare come sa, e su un meraviglioso passaggio di collo interno destro con lieve effetto a rientrare, di Schiattarella, con un movimento cui ci ha abituato nel campionato precedente, tocca di fino all’angolo opposto dove il portiere credeva che avrebbe trovato il pallone. Il sardo merita questo gol in quanto persona seria, leale e di alto valore.
Qualche minuto dopo e precisamente al 44’ Tuia, si fa perdonare il rigore ingenuo della partita precedente, e con un forte colpo di testa, insacca alle spalle del portiere un bel cross di Insigne.

Il secondo tempo inizia con una sostituzione nel Cagliari. Entra Sottil al posto di Caligara e la difesa del Benevento dalla parte di Improta, comincia a soffrire la classe del giocatore torinese. Anche perché Improta, come sempre, dà l’anima fin dal primo secondo, e a questo punto della partita è un po’ stanco. Al 68’ Tripaldelli lascia il posto al Cholito Simeone. Sempre al 68’ e qualche secondo, un ottimo contropiede di Lapadula, spostato a sinistra del campo, finisce per essere banalizzato. Nel passare la palla ad Insigne (solo davanti al portiere) il nazionale peruviano si trova l’uruguaiano Nandez che gli ferma la palla. Insigne impreca in napoletano stretto ma nonostante lo stadio senza pubblico, lo scrittore non è in grado di trascrivere le ‘dolci parole’ del centrocampista al compagno, o a qualche altro essere universale e malefico.

Al 72’ Inzaghi, inizia i suoi cambi, tecnicamente ragionati, che gli danno sempre risultati positivi. Entra Foulon al posto di Insigne, quindi Barba si sposta più verso il centro. Al 76’ Sau, che avrebbe potuto fare altri gol, lascia il posto ad uno scalpitante Caprari, e Lapadula, esausto, lo lascia al giovane Di Serio.
Al 77’, nel Cagliari, Ceppitelli entra al posto di Pisacane; e un minuto dopo, una bella azione in velocità di Caprari che dribbla e tira in porta, fa tremare il Cagliari. Perché davanti al portiere, Di Serio, entra così prepotentemente in area, da essere in anticipo sul pallone; e non riuscire a prenderlo neanche di tacco.
Al 81’ esce Nainggolan, che ha giocato una buona partita ma che è ancora lontano da quel vigoroso giocatore che ha fatto innamorare i tifosi di ogni squadra. Oggi ha sbagliato due tiri consecutivi da fuori area. E’ arrivato sulla palla col corpo troppo all’indietro e ha sparato due siluri alla stella cometa dei re magi, che ancora giravano dalle parti del campo del Cagliari, per vedere La Befana, anzi La Strega, che non era rientrata ancora a casa. Pur se con un tiro da lontano ha messo in seria difficoltà Montipò.
Al posto del ninja entra Pereiro. Al 85’ l’arbitro espelle Nandez del Cagliari.

Il Benevento ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra solida. Quando una squadra vince e gioca come sta giocando La Strega, c’è da elogiare certamente i giocatori. Ma io voglio fare i complimenti all’allenatore Pippo Inzaghi, che con calciatori ‘normali’ sta organizzando una squadra forte, ordinata, che in campo non è mai doma. Il Benevento rispecchia in fondo ciò che è stato Pippo da giocatore: sempre concentrato, furbo, maligno, mai sconfitto; fino all’ultimo secondo dei supplementari. Oggi, il Pippo, pur se privo di giocatori del livello di Viola, Letizia, Iago, Caldirola, ha vinto una partita importante e continua ad essere la squadra ‘rivelazione’ del campionato di Serie A.
Tra i migliori in campo: Barba, Schiattarella, Glik, e Pippo Inzaghi che gioca ogni volta sul laterale nella sua piccola delimitata zona; che egli ignora (per troppa passione) e non per scorrettezza durante ogni partita.

Mimmo Politanò