Sono giorni convulsi sul fronte del Governo, chiamato a sciogliere le riserve sul nuovo Dpcm e a motivare le scelte che verranno prese. Anticipando il decreto che il Premier Conte firmerà nei prossimi giorni, il ministro della Salute Roberto Speranza si è recato in Parlamento per nuove comunicazioni sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza Covid.
“L’acquisto del vaccino è centralizzato e sarà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani – ha detto il ministro – le prime dosi potranno cominciare ad essere disponibili da gennaio”. Non sono mancati i commenti su un tema caldo come quello della campagna vaccinale.
Per dei vaccini contro il covid che arriveranno, ce ne sono altri come quelli contro influenza e pneumococco che dovevano essere già a disposizione dei cittadini. Ma Speranza, come sostenuto da Paolo Crepet ai microfoni di Luigia Luciani e Francesco Vergovich, non ne ha fatto cenno nel suo discorso alla Camera.
Ecco l’intervento del Prof. Crepet a “Lavori in corso”.
“Non c’è nessuno che si occupa di psiche. Evidentemente siamo un sacco di cellule. Bisognerebbe dirlo al Governo che non ascolta.
Molto spesso non si passa più attraverso lo psichiatra o il servizio di salute mentale, ma si va magari con una ricettina e a volte comprano senza o sulla rete. Un anti depressivo non si nega a nessuno”.
“Diciamola tutta: adesso si aprono i varchi per strizzare l’occhio ai commercianti. Va bene anche quello, però non possiamo vedere una massa di gente al nuovo centro commerciale di Roma e poi non posso andare a salutare la mamma.
Bisognerà spiegare tutto questo ai bambini. Perché non sono scemi, capiscono. Pagheremo questi affollamenti”.
“Io sono furibondo perché il ministro della Sanità oggi ha parlato in Parlamento e non ha nominato il ritardo dei vaccini per l’influenza, non ha nominato l’assenza dei vaccini per pneumococco.
Con un punto di domanda sui vaccini anti covid. Perché devono dire che ci sono i vaccini se non è vero? Dove sono i vaccini?
Non siamo tutti bambini e non siamo sudditi. Siamo cittadini e come cittadini vogliamo le cose e vogliamo pretendere di stare bene”.
“Sulle scuole è una presa per i fondelli che non ha limiti. Dici ai ragazzi che riapri per cinque giorni e poi richiudi un’altra volta. E poi riapri l’8 gennaio sperando che poi vada tutto bene perché sennò questi poveri ragazzi se la sognano la ripresa dell’anno scolastico.
Sarà una generazione che avrà un buco formativo. Chi paga? Il sottosegretario? E’ un danno di cui non si vuole parlare perché ovviamente sono rilevanti. Io non ci dormo la notte, perché anche il mio mondo è cambiato”.
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