Il Benevento continua a giocare a testa alta contro tutti e quando perde lo fa con dignità.
La Strega chiude il primo tempo in vantaggio per 1 a 0, con un gol del più piccolo degli Insigne, Roberto, che dopo un assist di Lapadula, mette in fondo alla rete da pochi metri; una palla velocissima e alta che Meret non avrebbe mai potuto parare se non per caso.

E’ il primo gol in Serie A di Roberto Insigne e l’inizio della visualizzazione sul campo, in modo nitido, di che cosa sia il ‘complesso dei fratelli’ di cui Freud, già nel 1921 e 1923, ci aveva parlato. Ma probabilmente, la prima persona ad assegnare un interesse specifico al complesso rapporto tra i fratelli fu Louisa Duss, che agli inizi degli anni ‘50 ideò un test proiettivo sulle dinamiche inconsce dei fratelli, denominato la “Favola dell’agnello”. Il tema fu svolto in seguito da molti altri psicanalisti, ma non è questo l’articolo in cui approfondire queste psicodinamiche sottilissime della vita psicosociale dei fratelli.

Permettetemi in ogni modo di ricordare lo psicanalista argentino Luis Kancyper, il quale affermava che ‘il fratello’ rappresenta al contempo un ‘oggetto’ straordinariamente somigliante, una sorta di ‘doppio’ e la prima comparsa dell’estraneo; dell’altro e del Diverso.

Tutto questo per dire che Lorenzo, il fratello più grande e famoso, non ci stava a ‘passare nel cuore di mamma e papà’ al secondo posto. Al punto che iniziò a brillare in campo e dopo aver ricevuto un invitante assist di Politano, sceglie uno dei suoi sinistri a giro (più inattesi di quelli col destro) e insacca, dopo aver rischiato di rompere la traversa per la rabbia repressa del fratello ‘maggiore’ beffato per alcuni minuti dal ‘fratello minore’. A questo punto, l’equilibrio amoroso nel cuore di mamma e papà è salvo(almeno per oggi) e la famiglia sorridente davanti a un piatto di spaghetti e un buon bicchiere di vino.

La partita si avvia alla fine come prevista. Il gol di Petagna, dimagrito e convinto d’aver ancora qualcosa da dire nel campionato italiano, non fiacca la volontà del Benevento che sfiora il pareggio in diverse occasioni.
Anche se in svantaggio per 2 a 1 la squadra di Filippo Inzaghi gioca a viso aperto e senza alcuna inibizione.

In sintesi, nella squadra di Inzaghi, Foggia e Vigorito, si sente la mancanza di Nicolàs Viola; della sua limpida classe; delle sue variazioni tematiche improvvise e impreviste, dei suoi calci d’angolo al millimetro sulla testa dei compagni, delle sue punizioni che sfidano la fisica, dei suoi rigori imparabili, e della sua incrollabile ‘garra’. Per un attimo, vedendolo scaldarsi ai bordi del campo, abbiamo sperato che potesse entrare; ma se mister Inzaghi ha scelto così, così sia! Don Pippo è da rispettare! E Viola è intelligente e consapevole che deve rientrare fisicamente al massimo. Psicologicamente lui non ha mai avuto problemi; perché è un calabro intelligente, dalla personalità impavida e dai cromosomi che provengono dalla Magna Grecia: sa essere filosofo.

Mimmo Politanò