Il coronavirus si evolve come tutti gli altri virus? La medicina sta facendo progressi in questi mesi di ricerca assidua? L’estate e le sue temperature possono aiutarci a combatterlo?
Tre domande fondamentali che tutti ci chiediamo in questo momento. Inevitabile, visto che il Covid-19 non arresta la sua avanzata, o non lo fa per lo meno come vorremmo.

Arrivare al 18 aprile, probabile nuova data di proroga delle restrizioni, senza che il contagio si avvicini è una priorità degli indenni, mentre i pazienti che lo hanno contratto sperano in una cura, se non un vaccino almeno un farmaco che attenui questa “influenza” (nei casi fortunati, al momento buona parte) così letale nel trasferirsi da un organismo all’altro.

Non sarà certo ad aprile, come tutti auspichiamo, che vedremo evaporare il coronavirus, ma come affermato da Roberto Cauda, specialista in malattie infettive e Ematologia presso il Policlinico Gemelli a Matteo Raimondi e Luigia Luciani, non è escluso che il caldo possa dare una grande mano alla causa.
Non contateci“, dice, “ma è possibile“. Ecco l’intervista.

Come si sta evolvendo il coronavirus?

Al momento l’evoluzione non è stata ancora quella di quelle mutazioni a noi favorevoli che renderebbe il virus inoffensivo, perché chiariamoci, questo virus sembra la SARS ma non è la SARS e ha una mutazione che ad un certo punto lo ha reso trasmissibile dal pipistrello all’uomo.
Basterebbe la mutazione di poche sequenze amminoacidiche per cui lui non sarebbe più in grado di attaccarci.

I virus hanno una storia a sé stante, quello che noi possiamo dire è che fondamentalmente è rimasto lo stesso, non possiamo parlare di una mutazione avvenuta né in senso positivo né in senso negativo. Teniamo però presente che è anche troppo presto per vedere una mutazione, è un virus che si stima sia nato attorno a novembre 2019 e che quindi ha circolato soltanto pochi mesi.

Quali farmaci possono essere utili?

Ci sono dei farmaci che non sono stati fatti ad hoc per contrastare questo virus ma che si sono rivelati più o meno efficaci: abbiamo

  • La clorochina, che ha un’azione specifica antivirale e pertanto è quella di cui più si è parlato in questo periodo.
  • Il Remdesivir che è un farmaco sperimentale per l’ebola.
  • Ce n’è anche un altro giapponese, che è stato inizialmente tolto dal commercio ma che adesso sembra abbia acquisito importanza ed è un semplice antinfluenzale, anch’esso impiegato per l’ebola.
  • Abbiamo poi i farmaci che abbattono il “fuoco amico”, come il Tocilizumab, utilizzato per l’artrite reumatoide che riduce l’infiammazione: tutti farmaci aspecifici ma impiegati anche per questa malattia.

Il caldo può aiutare contro il virus?

E’ una cosa che si dice da molti mesi. Il virus della SARS è scomparso dopo circa nove mesi, con l’arrivo dell’estate 2003, che fu tra l’altro molto calda, dopodiché ci furono casi sporadici.
Il coronavirus è un virus molto strano, nel senso che può manifestarsi in forme molto banali, come un comune raffreddore o forme molto gravi, che vanno dalla SARS, al MERS, al Covid-19. In generale l’estate forse ci può dare una mano, perché l’altra volta così è successo, però non possiamo fare troppo affidamento su questo perché dobbiamo prima metter in atto quelle misure restrittive che sono ad ora l’unica protezione. Ben venga però se l’estate ci può dare un aiuto
“.

Pierluigi Lantieri


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