La situazione in Italia è ormai da pellicola di fantascienza. Il contagio va diffondendosi senza tregua, ininterrottamente. Il numero delle vittime sale e si registrano resse nei supermercati. Milano è pressoché deserta.

Come andrà a finire? Ma soprattutto, quali e di chi sono le responsabilità dell’accaduto?

Questa sciagura si sarebbe potuta evitare, se solo il sobrio realismo della responsabilità avesse dominato rispetto all’ideologia politicamente corretta dell’apertura a tutti i costi di porti e aeroporti, frontiere e confini.

Ora lo sappiamo: di politicamente corretto si muore.

Conte a fine gennaio diceva alla Gruber che tutto era sotto controllo. Già ieri sera invece ha asserito che ci sono state delle falle.

Sala, il sindaco di Milano, che si recava beatamente a fare colazione nel quartiere cinese della città, ha ora decretato la chiusura di tutti i luoghi pubblici di Milano.

Ci pensa sempre la realtà a confutare e a mostrare la falsità della openness, della libera circolazione deregolamentata, della privatizzazione capitalistica.

Abbiamo appreso una lezione da questa tragedia. Le vere emergenze, quelle che mettono a repentaglio la vita di un intero popolo, dimostrano la perversa falsità di un sistema – quello liberista – che è incardinato sull’interesse egoistico e sul business privato.

La classe politica italiana è stata irresponsabile. Ha agito come se nulla vi fosse di grave, come se non fosse di vitale importanza chiudere le frontiere e operare con la quarantena con tutti i provenienti dalla Cina.

In un tempo in cui qualcuno va a processo per il sequestro vero o presunto di navi, c’è da chiedersi quale sia la pena prevista per chi con la sua superficialità e approssimazione ha reso possibile ciò che ora sta accadendo in Italia.

E’ di una gravità estrema quanto sta accadendo e intanto Francia, Romania e Austria stanno chiudendo le frontiere con l’Italia.

E’ chiaro chi sono i soliti fessi e irresponsabili del sempre aperti porti e frontiere…

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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