10 Pietro Anastasi “Petruzzu”
In quel soprannome c’era tutto l’orgoglio che un grande attaccante instillava in una moltitudine di meridionali che grazie ai suoi gol si sentivano un po’ più orgogliosi, tra veli di nebbia ai quali abituare lo sguardo e fumi di ciminiera ai quali strappare il pane. Campione d’Italia e d’Europa in secondo luogo; prima ancora uomo perbene.
9 Liverpool
Dirige Wolfgang Amadeus Mozart, all’anagrafe Jürgen Klopp. E quanti archi, fiati, violini. Comincia tra i guanti di Alisson la sua orchestra, termina nelle scie di Salah. In mezzo, per ogni ruolo l’interprete ideale.
8 Ciro Immobile
Oltre i numeri, che non lasciano spazio alle interpretazioni circa il suo valore ormai assoluto, quella che colpisce è la varietà che c’è nel “menù d’assaggio” del suo repertorio tecnico.
7 Gianluca Petrachi
Nel prepartita di Genoa – Roma, risponde alle dichiarazioni – a tratti paradossali – di Marotta in modo analitico e perentorio, ma senza intaccare la formalità dei rapporti, propedeutica ai tentativi di portare comunque a Roma Politano. Gli occhialetti tondi alla Cavour sono appropriati.
6 Giuseppe Iachini
La Fiorentina ora è una squadra; un collettivo che gira in modo tale da premiare le individualità che indiscutibilmente possiede.
5 Inter
A Lecce insiste, assedia, persiste nella ricerca dei tre punti. Col passare dei minuti, e dopo il regalo a Mancosu, la prevedibilità della sua offensiva le nega la posta piena.
4 Gennaro Gattuso
Per l’uomo dispiace parecchio: come potrebbe essere il contrario? Però i numeri e la qualità delle prestazioni del Napoli testimoniano che la sua guida tecnica è come se non fosse ancora cominciata.
3 Sampdoria
Sotto la soglia minima del decoro. La Lazio da qualche settimana è difficilmente arginabile, siamo d’accordo; però ieri i biancocelesti hanno faticato meno, a tratti molto meno, rispetto alle sgambate agostane nel ritiro di Auronzo di Cadore.
2 Gli insulti ai giocatori infortunati
Quelli a Zaniolo, come quelli a Demiral e a tanti altri che si erano fatti male prima di loro. Nel podio infame delle bestialità da stadio (italiano).
1 Lega Calcio
Non c’erano i tempi tecnici per predisporre il minuto di silenzio che avrebbe dovuto commemorare Pietro Anastasi. L’occasione per fare brutte figure, al contrario, la si coglie sempre.
Paolo Marcacci
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