Tre a uno, come in campionato. Quinta Supercoppa laziale. Sesto trofeo di Lotito. Partita perfetta contro la Juve, non una squadretta qualsiasi. Che vuoi dire alla Lazio? Solo questo: complimenti, avanti cosi e cento di questi giorni.
Un successo che può avere risvolti anche in campionato. Ora la Lazio sa di poter giocare alla pari o meglio di qualunque avversario in Italia. E Juve e Inter sono tre punti sopra: una collina, non una montagna.
Tutti bravi. Se dovessimo scegliere un biancoceleste simbolo della Supercoppa, diremmo però Lulic, già protagonista di una famosa finale di Coppa. Il numero sul primo gol, l’errore sul pari di Dybala, la prodezza sul due.
Un altro nome? Lasciamo stare Milinkovic Savic, Luis Alberto, Leiva, Acerbi e gli altri. Ci fermiamo sul nome di Cataldi. È entrato benissimo in partita e ha disegnato la punizione del terzo gol.
Simone Inzaghi ha fatto le sostituzioni giuste al momento giusto, ma soprattutto ha costruito questo divertente e spettacolare trenino elettrico. Tare ha scelto i giocatori. Lotito ha visionato dall’alto, Peruzzi ha tenuto tutti insieme con il suo prezioso carattere.
Roberto Renga
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