Il Milan vince la sfida per non retrocedere. Trattasi di provocazione ma fino a un certo punto. Viste cose che voi umani non potete immaginare. Errori grossolani, football parrocchiale, portieri ridicoli, arbitro e assistenti da oratorio, quattro espulsi, due rigori, nel caso solita autopsia, nel senso di Var, su episodi evidenti ma vivisezionati all’impossibile.
Non sta bene Andreazzoli, non sta bene Giampaolo, non sta bene il Genoa e nemmeno il Milan, questo ha detto la partita di Marassi, poche idee rossonere e anche confuse, Pjatek bocciato davanti ai suoi ex tifosi, Chalanoglu a livelli da licenziamento, Reina che prende un gol da bambino e salva la squadra all’ultimo secondo parando il penalty di Schone che lo aveva scherzato sul gol del vantaggio.
Ovviamente qualcuno dirà e scriverà che il Milan ha avuto una grande reazione e che anche il Genoa ha giocato con carattere, beffato dalla sfortuna, dalla gaffe del portiere, dalle decisioni dell’arbitro e della sua orchestra. In verità il calcio visto a Genova non è roba da Serie A ma denuncia i gravi problemi che affliggono entrambe le squadre, il Milan che alla fine del primo tempo era penultimo in classifica, respira ma non è aria pura. Giampaolo salva la ghirba ma la sua espressione, al gol del 2 a 1, da impiegato triste appena licenziato, è la fotografia della situazione sua e della squadra.
Tony Damascelli
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