Cosa c’è di interessante in un ragazzo “bravo ma un po’ depresso“? Apparentemente nulla, a meno che quel ragazzo non si dia un buon nome d’arte, non inizi a suonare la chitarra e a comporre canzoni per poi approdare davanti a Maria De Filippi.
Questo è Lorenzo Ciolini, in arte Zic, nome preso da un cartone animato che lo colpì molto da piccolo e che, a sua detta, lo rappresentava.
Dal rapporto complicato all’affermazione con gli altri adolescenti alla disapprovazione di Rudy Zerbi, giungendo all’avventura serale di Amici: quella di Zic è una straordinaria storia di resilienza, raccontata in buona parte al nostro Leo Kalimba.
“Anche il suono dei cucchiai può dare ispirazione“, dice il cantante a Grazie a Dio è Venerdì.
Un’affermazione apparentemente fuori luogo per un chitarrista versatile che spazia attraverso più generi, dal blues al jazz, passando per il rock, come voleva suo padre che tanto ce lo ha cullato nelle notti della sua infanzia.
Zic è un compositore straordinario secondo la giuria di Amici, ma nel celebre programma ritrova il vecchio problema della voce: lui stesso si era iscritto a dei corsi di canto per far sì che questa fosse “meno timida“.
Obiettivo raggiunto, nonostante le critiche.
Lorenzo Ciolini ha bisogno di suonare quello straordinario strumento che è la voce, tra le altre cose. Il semplice ruolo del compositore sembra stargli stretto, come stretto gli stava il mondo durante l’infanzia, quel mondo che poi Zic ha stupito e che sembra dovrà farci l’abitudine.
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