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Storia di un’Italia qualsiasi

Ieri ero fuori una pizzeria, zona Garbatella quando ho notato un tavolo dove erano sedute una mamma giovane e due gemelline di 6 anni.

Simona e Chiara – due nomi di fantasia – mangiavano una pizza rossa farcita con patatine, la classica pizza che amano i bimbi. La mamma le guardava. Mi avvicino, faccio i complimenti a queste due bimbe, veramente carine, vestite bene, educate. Completamente diverse nel carattere. Simona più timida, Chiara più sfrontata, sorridente e curiosa.

Con gli occhi vispi di chi è curiosa del mondo, mi chiede che pizza avevo scelto. Una margherita semplice rispondo io, senza patatine. C’è stato un momento di silenzio, poi lei con l’espressione di chi vuole sapere qualcosa che forse non riesce a spiegarsi, qualcosa che forse nemmeno ‘i grandi’ hanno saputo spiegarle mi chiede “Tu mangi tutti i giorni?.

Non so spiegarvi che effetto mi ha fatto quella domanda. Dal canto suo la mamma cercava di stopparla, con gentilezza, dicendole di non disturbare con quelle domande inopportune. Non nego che c’è stato un momento di imbarazzo. Di grosso imbarazzo. La sorellina più timida la guarda e gli dice candidamente “lo sai che mamma non vuole che dici che lei non mangia per far mangiare noi”.

Ragazzi, io non so voi ma a me si è gelato il sangue.

Lo sguardo della mamma, una ragazza di non più di 33 anni si è fatto triste, fissava la pizza della figlia quasi avesse timore ad alzare lo sguardo per paura che io le facessi altre domande. A quel punto ho notato che era apparecchiato solo per le bimbe. Quando mi sono avvicinata alla cassa per pagare la mia pizza, volevo pagare la loro, lei deve averlo percepito.

Da dietro sento la sua voce “Sono un po’ in difficoltà, ho perso mio marito e quindi non avendo più un entrata fissa faccio fatica. A fine mese devo scegliere se pagare l’affitto, le medicine, o mangiare tutte e tre. Spesso non ci riesco. Ma passerà, troverò qualcosa è solo un periodo”.

La dignità delle parole di questa ragazza è una cosa indescrivibile. Ci siamo guardate e lei ha solo aggiunto “Fare la mamma è difficile, non è come te lo immagini. Dovrei essere il loro sostegno e invece ora sono loro a consolarmi”.

La ragazza non chiede il reddito di cittadinanza perché se lo Stato viene a sapere che lei è nell’impossibilità di accudire due bambine c’è il rischio che gliele tolgano.

Vi sembra giusto?

Non sarebbe meglio aiutare la mamma a trovare un lavoro decente che possa permetterle di mantenere con dignità le due bambine?
I politici, che tanto parlano quando vogliono il voto, non potrebbero capire che ogni situazione è diversa dall’altra e non far finire il nome in un computer che non ha anima? A cui non frega nulla se tu hai perso il tuo compagno, il padre delle tue figlie per un infarto a 30 anni? Nessuna assicurazione, nessuna pensione ovviamente. Niente di niente.

Ma non vi fate un po’ schifo? La ragazza è italiana, ma se fosse stata straniera non sarebbe cambiato nulla. Siamo nel 2019 e non è pensabile che si siano bambine che trovano normale mangiare a rotazione.

Questa è l’Italia che non vorrei vedere.

Questa è l’Italia con cui purtroppo dobbiamo convivere.

Questa è l’Italia.

Susanna Marcellini

Susanna Marcellini

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