E così Milano e Cortina si sono aggiudicate la possibilità di organizzare le Olimpiadi invernali del 2026. Per 24 ore non sono mancati i messaggi di complimenti, la manifestazioni di gioia, da parte del mondo sportivo e della politica, in un rincorrersi, fino a superarsi, di parole.
Di sicuro è un grande successo per il Coni, per il presidente Malagò, per il Governo, per le Regioni e le città interessate, per tutti quelli che hanno contribuito a portare a casa un risultato che non è soltanto sportivo.
Il CIO metterà a disposizione una cifra importante e sono stimati per questi sette anni di preparazione la creazione di circa 25mila posti di lavoro, che andranno a dare un contributo importante anche dal punto di vista sociale.
“Quella di Roma resta una cicatrice” ha detto Malagò, riferendosi invece alla rinuncia della Capitale ad andare avanti nella candidatura delle Olimpiadi estive del 2024, che avrebbero potuto rappresentare lo stesso acceleratore – anzi ancora maggiore – per una città in evidente difficoltà.
Di sicuro una grande occasione persa, anzi una doppia occasione persa, perché tornando indietro di tre anni Roma non solo ha detto no al 2024 ma – come avrebbe invece potuto – ha anche perso l’occasione di dire “adesso non è il momento, ma rimandiamo il tutto al 2028“.
Già, perché tre anni fa sono state assegnate contemporaneamente le due edizioni e almeno per la seconda sarebbe stato possibile prendersi tutto il tempo per decidere di andare avanti.
Fatto sta che adesso l’Italia coglie un’occasione importante, Milano e Cortina festeggiano le loro Olimpiadi in un mare di elogi e Roma resta – quantomeno – a guardare con tutti i suoi interrogativi.
Alessandro Vocalelli
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